"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Metropoli

“… comunque la metropoli ha questa attrattiva in più, che attraverso ciò che è diventata si può ripensare con nostalgia a quella che era.”

Italo Calvino a proposito di Maurilia una delle 55 “Città invisibili”

“Le città invisibili di Italo Calvino”. Di Carmelo Celona

“Il grande autore [Italo Calvino] non spiega quel che vedono i nostri occhi ma ciò che percepisce il nostro inconscio quando visitiamo le città. Ci spiega come queste siano sempre un contenitore di emozioni e come sia possibile viverle. Ci insegna a cogliere l’anima delle città e leggerle.

Illustra come quelle pietre modellate dall’uomo siano la sintesi dei caratteri di un pensiero collettivo, di una forma mentis comune.

Spiega come le forme delle città plasticizzano le vicende, gli usi, i costumi, che danno vita al codice genetico della comunità che le abita.

Ci fa capire che i pieni e i vuoti delle città, i loro segni e i loro simboli siano la forma della loro storia sedimentata con unicità espressiva nelle architetture, piazze, strade, viali, palazzi, monumenti.”

Carmelo Celona

(originale in: https://amp.messinatoday.it/blog/la-forma-delle-idee/messina-le-citta-invisibili-italo-calvino-maurilia.html)

I bigliardini della solitudine

Nel 1975 Italo Calvino, durante un viaggio in Giappone, descrisse una situazione che fa sembrare quel viaggio nello spazio (dall’Italia al Giappone) un viaggio nel tempo (dal 1975 al 2015).

“Da noi [in Italia] i flippers dei bar e anche quelli delle sale apposite sono quasi sempre circondati da capannelli di giovani, terreno di sfide e scommesse e sfottiture reciproche.

Qui [in Giappone] l’impressione è d’una affollata solitudine, nessuno sembra conoscere nessuno, ognuno è intento al suo gioco, guarda fisso nel suo saettante labirinto e ignora il vicino di destra come quello di sinistra, ognuno è come murato in una sua cella invisibile, isolato in una sua ossessione o condanna.”

Italo Calvino in “Collezione di sabbia”

La spada e le foglie

“L’allievo d’un grande fabbro di spade pretendeva d’aver superato il maestro.

Per provare quanto le sue lame erano affilate, immerse una spada in un ruscello. Le foglie morte portate dalla corrente passando sul filo della spada venivano tagliate in due di netto.

Il maestro immerse nel ruscello una spada forgiata da lui. Le foglie correvano via evitando la lama.”

Apologo Zen ripreso da Italo Calvino in “Collezione di sabbia”

Il tempio di legno

“… l’antichità in Giappone non ha la sua sostanza ideale nella pietra come in Occidente, dove un oggetto o un edificio solo se si conserva materialmente viene considerato antico.

Qui siamo nell’universo del legno: l’antico è ciò che perpetua il suo disegno attraverso il continuo distruggersi e rinnovarsi degli elementi perituri. Questo vale per i giardini come per i templi e i palazzi e le ville e i padiglioni, tutti in legno, tutti molte volte divorati dalle fiamme degli incendi, molte volte ammuffiti e imputriditi o mandati in polvere dai tarli, ma ricomposti ogni volta pezzo per pezzo: i tetti di strati di scorza di cipresso pressata che vengono rifatti ogni sessant’anni, i tronchi dei pilastri e delle travature, le pareti di tavole, i soffitti di bambù, i pavimenti ricoperti di stuoie …”

Da “Il tempio di legno” in “Collezione di sabbia” di Italo Calvino

“essere nel giusto è troppo poco”

«Chi agisce bene nella storia, – provò a concludere, – anche se il mondo è il “Cottolengo”, è nel giusto.» E aggiunse in fretta: «Certo, essere nel giusto è troppo poco».

Amerigo in “La giornata di uno scrutatore” di Italo Calvino