"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Collegamento Vallagarina Alto Garda: i problemi sono sotto gli occhi di tutti, la soluzione anche ma tutti fanno finta di non vederla.

Chi quotidianamente – per lavoro, per diletto o per necessità – percorre la Strada Statale 240 del lago di Loppio per spostarsi dal basso Sarca a Rovereto o viceversa, conosce molto bene sia i problemi che incontra lungo il percorso (code e rallentamenti in prossimità dei centri abitati e – nelle giornate più critiche – lungo l’intero tratto da Nago a Mori) che possono essere causa di gravi incidenti o di pericolosi ritardi, sia i problemi causati dal traffico all’ambiente circostante (un’intera vallata – quella di Loppio – con annesso biotopo protetto e un intera zona a vocazione turistica come la fascia lago tra Riva del Garda e Torbole) quali ad esempio l’inquinamento acustico e atmosferico che, oltre a colpire chi abita in prossimità della strada, costituiscono di fatto una barriera insuperabile sul corridoio ecologico tra il gruppo del Baldo e quello dello Stivo.

Chi conosce bene la situazione è però anche in grado di capire quale sia la Soluzione con la S maiuscola: “un collegamento diretto in galleria tra l’uscita delle gallerie di Tierno a Mori Ovest e il centro della Busa (identificabile con la zona del Cretaccio di Arco o, più semplicemente per chi non conosce i toponimi, con la zona industriale di Arco)”.

Questa soluzione, che si potrebbe definire “integrale” nel senso più esteso del termine, risolverebbe le attuali problematiche di tipo viabilistico (a cui è necessario, oltre che doveroso, dare una risposta con un collegamento stradale all’altezza dei tempi e del grande polo turistico, industriale e commerciale quale è e quale sarà – vedi la realizzazione del più grande polo fieristico del trentino – l’Alto Garda), sarebbe facilmente “riciclabile” quando – in futuro – il tipo di mobilità cambierà radicalmente, e costituirebbe infine un importante investimento per i suoi notevoli risvolti urbanistici ed ambientali.

Con riferimento a queste ultime osservazioni ci si riferisce in particolare alla possibilità di:

  1. “riciclare” la/e canna/e realizzata/e per il collegamento stradale (con pendenza ridotta e costante) per il passaggio di una metropolitana interrata o di veicoli elettrici;
  2. recuperare dal punto di vista ambientale, e di conseguenza valorizzare anche turisticamente, l’intera valle del Cameras e di Loppio da Mori a Nago, attualmente fortemente limitata nel suo sviluppo dai forti flussi di traffico “parassita” da e per la “Busa”, che costituisce il fondamentale collegamento ecologico tra il Parco del Baldo a sud e la val di Gresta con il gruppo dello Stivo a nord;
  3. valorizzare l’intera fascia lago da Torbole a Riva del Garda mediante lo spostamento dei flussi di traffico attualmente insistenti sulla SS 240 tra le due località e la creazione di una grande zona a traffico limitato.

Purtroppo questa Soluzione presenta un grosso impegno finanziario che, visto l’attuale periodo di crisi economica, non sembra essere sostenibile dalle finanze provinciali – così almeno affermano i nostri rappresentanti politici.

Anche se ciò fosse vero, la Soluzione “integrale” proposta rimane, in modo evidente, quella con le maggiori ricadute positive sul Territorio e quindi deve costituire la Soluzione da attuare in futuro anche prevedendo una sua realizzazione a stralci (a solo titolo di esempio si può dire che la realizzazione in una prima fase di una sola canna con una piccola galleria di emergenza – da gestire per esempio a senso unico – costerebbe all’incirca come la soluzione C modificata presentata nell’ultimo incontro pubblico di Arco).

La Soluzione, accantonate le posizioni meramente ideologiche, è sotto gli occhi di tutti: allora perché i nostri rappresentanti politici fanno finta di non vederla o di non volerla nemmeno prendere in considerazione?