"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Così in questo paese si smise di tessere

“La prima piena del fiume si verificò negli anni sessanta.

Travolse gli alberghi, i ristoranti, gli stabilimenti balneari, la musica e la festa.

Gladys, una delle poche tessitrici che ancora abita a Puerto Viejo, si ricorda di quando sua sorella sentiva arrivare il treno e usciva correndo verso la stazione con i tessuti realizzati da sua nonna.

I turisti li adoravano.

Ma il treno non arrivò più, i turisti neppure.

Così in questo paese si smise di tessere.”

E così aveva fatto mia nonna

“Nel Rio Negro ho imparato a nuotare.

Nelle sue acque torbide mi trasformavo in pesce.

Cercavo pietre lisce, fossili e quarzi sulle sue rive.

E così aveva fatto mia nonna.”

Elizabeth Gailón Droste in “Útica”

Gli orti sono opere geniali

“Una volta una persona cercò di convincermi del fatto che un orto non può essere bello: bello è un giardino, diceva non un orto; un orto può semmai essere utile (semmai perché ci sono i supermercati).

Io invece penso che gli orti siano una tra le più abbaglianti forme di bellezza (intesa come assenza di retorica). Come certe chiome scapigliate, come certi temporali, come le stanze di certi scrittori: gli orti sono opere geniali.”

Emiliano Cribari in “Autoritratto della nostalgia”

Servono anche a questo le fotografie

“Servono anche a questo le fotografie: a raccontare come tutto è cambiato, soprattutto ciò che apparentemente è rimasto uguale.”

Emiliano Cribari in “Autoritario della nostalgia”

Da tempo l’ospedale era diventato…

“Da tempo l’ospedale del capoluogo era diventato un unico reparto geriatrico, nel quale finivano i vecchi che non potevano permettersi di essere trasferiti negli ospedali della città o nelle case di riposo.

Quando non c’era qualcuno che urlava di demenza, c’era una calma particolare, un silenzio che faceva pensare al peggio, con un sottofondo ritmato dai bip dei sistemi di monitoraggio delle pulsazioni.”

Elisa Veronesi in “Atlante Appenninico”

Riabitare significa ricostruire comunità

“I paesi non si rigenerano con gli slogan, con proposte estemporanee che seducono per fascinazione.

Non basta ristrutturare qualche casa per invertire dinamiche di infragilimento umano e di rarefazione dei servizi di prossimità spesso oltre la soglia dell’irrimediabilità. (…)

Riabitare significa ricostruire comunità, creare le condizioni essenziali per consentire di rimanere a chi vuol restare, per favorire il ritorno di chi vuole tornare, per accogliere chi ha maturato la scelta della vita da paese. Ristrutturare e recuperare immobili è solo un tassello della rigenerazione.

A volte, in pochi casi, diventa possibile, ma occorre distinguere la nascita di una nuova comunità da quella di un villaggio turistico aperto solo d’estate.

Senza un’offerta adeguata di servizi di cittadinanza essenziali – la scuola, la farmacia, i trasporti locali, la connessione a Internet, un presidio sanitario di prossimità – il ritorno in vita di qualche casa non sarà sufficiente per consentire un’esistenza dignitosa ai residenti e per contrastare il declino.”

Vito Teti in “La restanza”