“Enrico, detto Rico, è il fratello maggiore del mio babbo. A differenza di lui, non è alto di statura, è tarchiato, ha le spalle larghe e ben piazzate e la sua testa ha una forma squadrata che sembra voler spaccare il mondo. (…) Ha sopracciglia nere come la pece, folte come foreste e il vocione.
Parla sempre di un poeta, tale Dino Campana, che è nato a Marradi e di cui lui e il mio babbo sono molto appassionati. Parlano di Dino come se fosse uno di casa, ma a un certo punto io capisco che è vissuto molti anni prima, che lo chiamavano E’ mat (il matto), che è morto dopo aver scritto cose molto belle, in versi, e che non è stato molto felice nella sua vita.
Lo zio Rico è uno dei miei zii preferiti, quando viene a trovarci e parla sembra sempre sul punto di arrabbiarsi, diventa rosso, e invece all’improvviso scoppia a ridere e dice valà valà valà. Sempre tre volte, mai una di più, mai una di meno.”
Ilaria Tagliaferri in “Quando arriva la musica”


