"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

La luna di pomeriggio

“La luna di pomeriggio nessuno la guarda, ed è quello il momento in cui avrebbe più bisogno del nostro interessamento, dato che la sua esistenza è ancora in forse.

È un’ombra biancastra che affiora dall’azzurro intenso del cielo, carico di luce solare; chi ci assicura che ce la farà anche stavolta a prendere forma e lucentezza?

È così fragile e pallida e sottile; solo da una parte comincia ad acquistare un contorno netto come un arco di falce, e il resto è ancora tutto imbevuto di celeste.“

Italo Calvino in “Palomar”

Il sapere antico

“Il nuovo sapere che il genere umano va guadagnando non ripaga del sapere che si propaga solo per diretta trasmissione orale e una volta perduto non si può più riacquistare e ritrasmettere: nessun libro può insegnare quello che solo si può apprendere nella fanciullezza se si presta orecchio e occhio attenti al canto e al volo degli uccelli e se si trova lì qualcuno che puntualmente sappia dare loro un nome.”

Italo Calvino in “Palomar”

Non avere fretta

«A COLORO I QUALI DOMANDAVANO QUANDO SAREBBERO TERMINATI I LAVORI DELLA SAGRADA FAMÍLIA, RISPONDEVO: IL MIO CLIENTE NON HA ALCUNA FRETTA. DIO HA TUTTO IL TEMPO DEL MONDO.»

Antoni Gaudí

Molteplicità

“L’eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverabile in molti campi d’attività, non in letteratura.

La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d’ogni possibilità di realizzazione. Solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una funzione.

Da quando la scienza diffida dalle spiegazioni generali e dalle soluzioni che non siano settoriali e specialistiche, la grande sfida per la letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo.”

Italo Calvino in “Lezioni americane”

Nebbia che non vela ma rivela

“La nebbia ha dato un senso al mio vagabondare.

Quella nera dei pini e quella bianca, canterina, degli uccelli che chiamano i treni a fondovalle.

Com’è saggio non riuscire a vedere lontano, poter immaginare ma non farlo, offrire tutta l’attenzione solo a ciò che è vicino.

La nebbia è chiarezza e imminenza di verità: ciò che occorre al presente.

Vorrei che la mia penna fosse leggera come la nebbia ma c’è troppo pensiero in questo assurdo mestiere, c’è troppa ragione. Invece la nebbia sta dove concerne, dove deve, semplifica le trame.

Sì, vorrei che la mia luce fosse pura, definita come quando inavvertitamente, a un tratto, intimidita, la nebbia arretra.

Resta solo un tremolo ansimare: la vita.”

Emiliano Cribari in “diari casagliesi”

Si sprigionano orizzonti e privilegi inaspettati

“… dopo la curva, percorrerò qualche decina di metri e salirò sul terrapieno di sinistra. I pochi decimetri in più di dislivello rispetto alla traccia asfaltata, insignificanti altrove, qui sprigionano orizzonti e privilegi inaspettati: le geometrie delle vasche d’allevamento del pesce nelle valli, sterrati perfettamente rettilinei che sembrano portare da nessuna parte, campi di mais a perdita d’occhio, casolari abbandonati.”

Ioannis K. Schinezos in “Foce. Taccuini dal Delta del Po.