"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

𝐧𝐨𝐧 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐮𝐧 𝐯𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨

Così mio zio Medardo ritornò uomo intero, né cattivo né buono, un miscuglio di cattiveria e bontà, cioè apparentemente non dissimile da quello ch’era prima di esser dimezzato. Ma aveva l’esperienza dell’una e l’altra metà rifuse insieme, perciò doveva essere ben saggio. Ebbe vita felice, molti figli e un giusto governo. Anche la nostra vita mutò in meglio. Forse ci s’aspettava che, tornato intero il visconte, s’aprisse un’epoca di felicità meravigliosa; ma è chiaro che non basta un visconte completo perché diventi completo tutto il mondo.

Italo Calvino | Il visconte dimezzato

… 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐢𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐮𝐢 𝐢𝐧 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚.

Il protagonista non trova altro modo di sfogare la sua opposizione […] e il suo tentativo non può che essere sfortunato, perché in questo gioco sono sempre i peggiori che vincono, e fallire è proprio quello che lui in fondo desidera.

Italo Calvino a proposito del protagonista di “La speculazione edilizia”

𝐈𝐨 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐚.

… anche i significati sono molto importanti, però in un racconto come questo [“Il visconte dimezzato”] l’aspetto di funzionalità narrativa e, diciamolo, di divertimento, è molto importante. Io credo che il divertire sia una funzione sociale, corrisponde alla mia morale; penso sempre al lettore che si deve sorbire tutte queste pagine, bisogna che si diverta, bisogna che abbia anche una gratificazione; questa è la mia morale: uno ha comprato il libro, ha pagato dei soldi, ci investe del suo tempo, si deve divertire. Non sono solo io a pensarla così, ad esempio anche uno scrittore molto attento ai contenuti come Bertolt Brecht diceva che la prima funzione sociale di un’opera teatrale era il divertimento. Io penso che il divertimento sia una cosa seria.

Italo Calvino | Il visconte dimezzato

a che serve la città se non ad andarsene il sabato e la domenica?

“- E a che serve la città se non ad andarsene il sabato e la domenica? –
[…]
Per Avandero, come per centinaia di migliaia d’altre persone che ci davano dentro tutta la settimana in grige occupazioni pur di poter correre via alla domenica, la città era un mondo perso, una macina per produrre i mezzi d’uscirne quelle poche ore e poi tornarci. Avandero, passati i mesi dello sci, cominciava quelli delle gite campestri, della pesca alle trote, e poi del mare, e della montagna estiva, e della macchina fotografica.”

“La nuvola di smog” | Italo Calvino

appena sbarcato dal treno

Uno dei tanti passi di Italo Calvino in cui la pura descrizione viene fusa con le più intime e personali sensazioni del protagonista.

Per uno appena sbarcato dal treno, si sa, la città è tutta una stazione: gira gira e si ritrova in vie sempre più squallide, tra rimesse, magazzini di spedizionieri, caffè col banco di zinco, camion che gli soffiano in faccia getti puzzolenti, e cambia continuamente di mano la valigia, si sente le mani gonfie, sudice, la biancheria appiccicata addosso, il nervoso, e tutto quello che vede è nervoso, frantumato.

“La nuvola di smog” | Italo Calvino