Questo ritratto, realizzato sul fiume Adige da Luca Chistè in occasione di alcune riprese per il mio lavoro sui “meandri” (cfr Me.and.scape) contiene una sintesi della mia vita lavorativa.
A ritroso nel tempo:
– l’analisi del territorio oggetto di questa specifica ricerca (in questo caso fotografica ma non solo) a rappresentare la mia attuale occupazione presso il Servizio Urbanistica e tutela del paesaggio;
– la viabilità, in quanto siamo sotto un viadotto della A22 (sullo sfondo – fortemente sfocati dalla limitata profondità di campo che Luca ha usato – i piloni del viadotto), a rappresentare i più di tre lustri lavorativi dedicati alla manutenzione delle strade trentine presso il Servizio Gestione strade;
– l’idraulica, in quanto alle mie spalle scorre il fiume Adige, passione giovanile e dei primi 15 anni di lavoro presso il Servizio Bacini montani.
Categoria: I nostri post
Sull’Appennino di Dino Campana
In questo libro, camminato più che scritto, trovano posto poesie, riflessioni, testimonianze, disegni, fotografie,
Emiliano Cribari
…
Vagabondare nei luoghi campaniani significa andare per giorni, osservare, vibrare insieme a un territorio che la desertificazione umana ha reso oggi molto più selvaggio di allora…
Terminata la lettura del libro, e terminata la bella “camminata” assieme a Emiliano Cribari e a Dino Campana, posso permettermi di consigliare a tutti la sua lettura sempre densa e di grande partecipazione.
Il libro è molto ben strutturato e completato con immagini, disegni e mappe che permettono, come lungo un vero cammino, di prendere fiato e ripensare a quanto letto e alle emozioni provate dai due poeti.
La costruzione della Basilica di San Lorenzo a Milano
Nuovo ingresso in biblioteca. Il volume è impreziosito dalle “Immagini” di Gabriele Basilico.
… c’è un senso in questi luoghi.
Vige, a proposito dei paesi abbandonati, uno strano sentimento, superficiale e compassionevole. Questi luoghi, si pensa in genere, non hanno senso: non hanno più senso, se mai ne hanno avuto uno. E invece, c’è un senso in questi luoghi. Un senso per sentirli. Un senso per capirli. Un senso per percorrerli, che è quello doppio del partire e del tornare.
Vittorio Sgarbi dall’introduzione del catalogo della mostra “Paesi perduti”
La miseria forza vitale del Paese
La miseria è ancora l’unica forza vitale del Paese e quel poco o molto che ancora regge è soltanto frutto della povertà. Bellezze dei luoghi, patrimoni artistici, antiche parlate, cucina paesana, virtù civiche e specialità artigiane sono custodite soltanto dalla miseria. Dove essa è sopraffatta dal sopraggiungere del capitalismo, ecco che si assiste alla completa rovina di ogni patrimonio artistico e morale. Perché il povero è di antica tradizione e vive in una miseria che ha antiche radici in secolari luoghi, mentre il ricco è di fresca data, improvvisato, nemico di tutto ciò che lo ha preceduto e che l’umilia. La sua ricchezza è stata facile, di solito nata dall’imbroglio, da facili traffici, sempre o quasi, imitando qualcosa che è nato fuori di qui. Perciò quando l’Italia sarà sopraffatta dalla finta ricchezza che già dilaga, noi ci troveremo a vivere in un paese di cui non conosceremo più né il volto né l’anima.
Leo Longanesi, “La sua signora”, 1957.
A sera lame di nebbia si infiltrano…
Per terra, sotto gli alberi del bosco, ci sono prati ispidi di ricci e stagni secchi pieni di foglie dure. A sera lame di nebbia si infiltrano tra i tronchi dei castagni e ne ammuffiscono i dorsi con le barbe rossicce dei muschi e i disegni celesti dei licheni.
Italo Calvino in “Il sentiero dei nidi di ragno”