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Investimenti locali e sussidiarietà

La notizia, riportata dai giornali locali, che la Comunità di Valle della Bassa Valsugana è in procinto di chiedere alla Provincia il finanziamento di un’ulteriore sede per un importo di circa 20 milioni di euro deve essere oggetto di alcune riflessioni su due distinti piani.

Il primo è riferito alla decantata maggiore efficacia degli investimenti pubblici programmati e realizzati mediante il principio della sussidiarietà e all’individuazione dell’entità minima territoriale a cui affidare tale programmazione.

Il secondo è riferito invece alla capacità di interpretare le esigenze dei residenti da parte della Comunità di Valle della Bassa Valsugana nello specifico e, in generale, da parte degli enti territoriali minori.

Con riferimento al primo ambito appare infatti scandaloso che in un angolo del trentino (Bassa Valsugana) si proponga la realizzazione (e si chieda alla Provincia il finanziamento) di una sede per la nuova istituzione quando in molti comuni di altre realtà territoriali trentine sono presenti chiare situazioni di priorità riferibili alla sistemazione degli edifici scolastici in stato fatiscente e non ancora adeguati alle nuove normative sismiche come richiesto dalla legge.

L’efficacia degli investimenti programmati non sarebbe maggiore se chi ha il potere di individuare le priorità avesse uno sguardo di insieme più grande? Nel rispondere a questa domanda dobbiamo ricordare a tutti noi che, pur con le specifiche diversità che ogni vallata trentina presenta, la popolazione trentina è di poco superiore alle 500 mila unità. È quindi necessario che il giusto decentramento amministrativo attualmente in corso mediante la costituzione delle Comunità di Valle sia accompagnato da precisi meccanismi provinciali di indirizzo, controllo e verifica al fine di garantire a tutti i trentini equità nella dotazione di servizi e infrastrutture.

Con riferimento invece al secondo ambito la considerazione da fare, non conoscendo in dettaglio la situazione territoriale locale, si riassume nella seguente domanda: “E’ possibile che l’investimento di 20 milioni di euro in una ulteriore nuova sede costituisca la Priorità massima nell’intero ambito della Comunità di Valle della Bassa Valsugana ”?

Considerato che l’ambito territoriale della Comunità di Valle è lo stesso dell’attuale Comprensorio della Bassa Valsugana e che, almeno per ora, non si conoscono le esigenze dell’istituzione Comunità in relazione alle competenze che, con la progressiva attuazione della riforma, le saranno trasferite appare perlomeno prematuro affrontare oggi la realizzazione di un’ulteriore sede che potrebbe poi rivelarsi di dimesioni sotto o sovrastimate rinviando interventi più urgenti e, probabilmente, anche più condivisi.

Collegamento Rovereto-Alto Garda: riprendiamo il discorso

Ora che le elezioni (almeno per il primo turno) sono alle spalle, è ora di riprendere a parlare seriamente di collegamento Rovereto-Alto Garda con la seguente domanda rivolta a tutti gli iscritti e a tutti gli interessati:
“Considerato che le risorse economiche per la realizzazione dell’intera opera sono veramente straordinarie (e al momento non coperte da adeguati finanziamenti) e che il prolungamento proposto per risolvere anche i problemi di Loppio incrementerà i costi previsti rispetto alla proposta Loppio Ovest-Alto Garda, non vi sembra il caso di definire e proporre alla provincia una soluzione seria e realizzabile nel breve periodo per rispondere “rapidamente” (e non nel 2025) alle esigenze del paese di Loppio?”
Tale proposta, è ovvio, dovrà inserirsi organicamente nella soluzione finale, di cui dovrà essere solo un primissimo stralcio, ma avrebbe la forte peculiarità di essere realizzabile nel breve periodo, con costi compatibili anche da un punto di vista morale con la attuale situazione di crisi internazionale.

Passaggi pedonali “protetti”?

Lungo le vie di Mori è facile imbattersi in passaggi pedonali collocati nei posti più strani e il più delle volte “non sbarrierati”, cioè senza nessuna rampa tra livello stradale e il marciapiede. Ciò comporta la presenza di uno scalino che rappresenta, nel migliore dei casi (ad esempio per le mamme che devono affrontarlo con il loro passeggino), perlomeno un fastidioso contrattempo ma che, in altri casi (ad esempio per chi deve spostarsi in carrozzella),  costituisce un ostacolo insormontabile e impedisce di fatto il corretto uso del passaggio pedonale.

Un esempio clamoroso è quello presente in via fratelli Benedetti che, su un lato presenta lo scalino al posto della rampa e sull’altro addirittura una chiusura artigianale con una catena e due paletti.

Sorge spontanea una domanda: “Il passaggio pedonale sarà stato chiuso per evitare che qualche sventurato in carrozzella potesse usufruire della sua presenza rimanendo bloccato sulla sede stradale (e quindi in condizione di potenziale pericolo) per l’assenza della rampa di accesso sul lato opposto”?

Ecco i due lati del passaggio pedonale in via fratelli Benedetti:

Il lato di arrivo

Il lato dell’ipotetica partenza

“C’è voglia di Unione”: ma di quale Unione?

Leggiamo su molti manifesti che “C’è voglia di Unione”. Ma quale è l’Unione di cui Mori ha voglia?

Di quella che avevamo visto votare all’UNANIMITÀ una linea politica ben precisa che metteva al centro della propria azione un serio progetto di rinnovamento – con riferimento sia alle persone sia ai modi di fare politica – o di quella che ha riproposto come candidato il sindaco che ci ha già governato per 9 anni e che ha tradito il mandato dei propri elettori per un seggio in Consiglio provinciale?

Di quella che ha perseguito, con convinzione e faticosamente, una condivisione su una forte coalizione di centro-sinistra-autonomista – coalizione strategica per il futuro di Mori – o di quella che ha messo in discussione più volte, anche attraverso gli organi di stampa, il volere UNANIME dell’assemblea dei propri iscritti?

Purtroppo l’Unione che ci viene proposta a Mori è la seconda; quella che ha disconosciuto la volontà UNANIME dei propri iscritti moriani.

Peccato!

Perseguire fino in fondo quanto richiesto dall’assemblea, indipendentemente dal risultato delle urne, avrebbe dato prova di coerenza ad un progetto e di rispetto dei propri sostenitori, che hanno lavorato con impegno e coscienza al progetto condiviso dall’assemblea.

Una curiosità: Il segnale “dimenticato”

Una piccola curiosità.

A vostro parere questo segnale è previsto dal Nuovo codice della strada del lontano 1992?

La risposta è no.

I segnali previsti sono quello di “ATTRAVERSAMENTO PERICOLOSO” (da posizionare sulle strade extraurbane) e quello di “ATTRAVERSAMENTO PEDONALE”