"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

A proposito di incidenti stradali

“Smettiamo di affibbiare la colpa dei nostri incidenti sempre agli altri e sforziamoci di guidare tenendo conto che:

1) non siamo su una bicicletta ma su un veicolo del peso di circa 1 tonnellata;

2) gli altri guidatori possono sbagliare;

3) le strade non possono essere sempre larghe, in piano e diritte ma che, alcune volte sono presenti anche le curve.

Forse, così facendo, riusciremmo a limitare, oltre agli incidenti causati direttamente da noi, anche quelli degli altri!

Calendario scolastico alla tedesca? Si, grazie.

L’Adige del 2 settembre 2009 riporta la proposta dell’Assessore Dalmaso di adottare, in Trentino e in via sperimentale , un calendario scolastico simile a quello tedesco.

Finalmente una proposta sensata che va incontro alle famiglie e alle loro esigenze; i genitori e i loro bambini potranno, in questo modo,  trascorrere assieme più tempo ed evitare il continuo ricorso a figure sostitutive (nonni, baby-sitter, animatori di colonie ecc.).

Il calendario alla tedesca, unito alla settimana “corta” (con lezioni da lunedì a venerdì), consentirebbe infatti l’allineamento dell’orario degli studenti con quello della maggioranza dei genitori consentendo quindi agli stessi di avere a disposizione l’intero sabato, oltre alla domenica, da trascorrere con i propri figli.

I periodi di pausa scolastica, in cui organizzare attività con i propri figli, sarebbero inoltre sensibilmente più corti, anche se in maggior numero, e quindi più facili da gestire (non a tutti è possibile assentarsi dal posto di lavoro per tutta l’estate,  mentre è più facile per tutti accordarsi con il proprio datore di lavoro per un periodo di ferie limitato).

Le ferie potrebbero, inoltre, essere usufruite in più periodi di pausa scolastica favorendo le necessarie rotazioni di personale sul posto di lavoro e, particolare da non sottovalutare, lo svolgimento delle stesse in periodi di bassa o media stagione.

Mori-Tierno: collegamento viario pericoloso. È indispensabile un collegamento ciclabile fra Tierno e Mori

Durante una normale ricerca in internet di materiale sulle piste ciclabili mi sono imbattuto in questa condivisibile segnalazione di Sabrina Comincioli sulla pericolosità del tratto di strada comunale tra Mori e la frazione di Tierno.

La segnalazione è riportata sulla bacheca on-line del Comune di Mori.

(vedi http://www.comune.mori.tn.it/context.jsp?ID_LINK=196&area=3)

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Per i ciclisti bisogna trovare una soluzione alternativa a via Battisti

Rimane attuale, anzi è sempre più grave il problema di un collegamento ciclabile fra la zona di Tierno e i due centri scolastici della borgata. Lo sviluppo urbanistico di Mori ha portato nella zona di Tierno centinaia di nuovi nuclei famigliari con l’aumento del traffico locale.

A farne le spese, in termini di sicurezza, sono tutti quei ragazzi che ogni giorno si recano a scuola con la bicicletta e che si trovano e percorrere via Battisti nelle ore di punta. Via Battisti purtroppo è diventata una via di comunicazione strategica per collegare la frazione di Tierno alla scuola di Mori, ai servizi comunali e alle strutture sportive.

Il transito contemporaneo, nei due sensi di marcia, di autoveicoli non lascia scampo ad una bicicletta e purtroppo in prossimità delle due semicurve vi è un costante pericolo, aggravato dall’eccessiva velocità con cui transitano la maggior parte dei veicoli a motore.

Della pericolosità di quella strada se ne sono accorti anche i ragazzi che molte volte preferiscono transitare con la bicicletta sul marciapiede; creando però un’ulteriore situazione di pericolo. Di questo problema, penso, se ne siano accorti anche i nostri amministratori e speriamo che lo risolvano prima che qualche ragazzo si faccia seriamente male.

Giusto multare chi supera i limiti di velocità

Riportiamo di seguito una bella presa di posizione contro i “lamenti” di chi trasgredisce le regole e vorrebbe sempre farla franca.

Dobbiamo tutti prendere atto che il problema degli incidenti stradali è reale e non virtuale, e non solo per le famiglie che vedono propri cari coinvolti negli incidenti (investitori, investiti, illesi o feriti), e che la stragrande maggioranza degli incidenti è causata da comportamenti errati degli automobilisti coinvolti.

E’ quindi giusto che le forze dell’ordine vigilino e, se necessario, puniscano i comportamenti di chi non rispetta le norme e non mostra rispetto per la propria e altrui vita.

Ricordiamoci quindi, in particolare, di non procedere a velocità eccessiva nei centri abitati (i pedoni non hanno air-bag che li difendono in caso di investimento) e di distrarci alla guida per telefonare, videotelefonare, messaggiare ecc.

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di RUGGERO VAIA da pag. 54 de L’Adige del 25 luglio 2009

Caro Direttore, mi pare davvero un po’ esagerato che il suo giornale ospiti in prima pagina (22 luglio) una perorazione contro le multe stradali che molti automobilisti si procurano salendo in Valle di Fiemme. Le sanzioni non sono un indifferenziato dazio, come un pedaggio autostradale, come l’intervento citato sostiene, bensì vengono comminate a coloro che violano le norme del codice stradale. Conosco molta gente che è immune da tale sindrome, gente tranquilla e rispettosa. Il fatto è che nella nostra bella Italia è diventato normale non rispettare le regole stradali: viaggiare sopra al limite di velocità, spesso a pochi metri dal veicolo che precede, non dare la precedenza ai pedoni sugli attraversamenti, non usare gli indicatori di direzione, usare i lampeggianti d’emergenza come un lasciapassare per la sosta sul marciapiedi o in seconda fila. E quindi è diventato senso comune vivere come un’ingiustizia l’applicazione delle norme: se tutti fanno come gli pare, perché non posso anch’io? La parte più penosa dell’intervento pubblicato è comunque dove si sostiene che sanzionare le violazioni è deleterio per l’economia, per il turismo. I poveri turisti «Schumacher», irritati per non poter correre a loro piacimento, si adonteranno e non frequenteranno più Fiemme e Fassa! E, di grazia, dove andranno? Frequenteranno forse le valli austriache o svizzere? Si calmino, invece! Vivranno meglio anche loro, se rispetteranno il prossimo ed eviteranno di creare situazioni di pericolo. Nel mio piccolo vorrei invece suggerire alle forze dell’ordine altre odiosissime violazioni, anche queste connesse (più sensatamente, mi pare) con il turismo come risorsa. Per esempio, quali gitanti si possono godere la montagna del Sella e del Pordoi, se tutti i giorni le strade sembrano un autodromo percorso da motocilette rumorosissime, le cui rombanti accelerazioni ad ogni tornante echeggiano tra Sass Pordoi e Piz de Ciavàzes, nessuna che rispetti limiti di velocità, di rumorosità, di decenza? Quali escursionisti si divertono se, camminando su una strada forestale chiusa al traffico motorizzato, vengono regolarmente spalmati di polvere dal Suv di un impunito furbetto? Tuttavia non ci si può aspettare che con le sole sanzioni di legge si possa ripristinare un clima di rispetto reciproco, che in fin dei conti è il primo requisito per una vita sociale decente. Bisogna che ciascuno di noi si impegni in prima persona, incoraggiando i comportamenti corretti e criticando quelli oltraggiosi; per esempio, che al solito automobilista parcheggiato sul marciapiede un bambino spieghi che il passeggino del fratellino non ci passa.

Centro commerciale a Lioni: l’altra faccia della medaglia

Di seguito riportiamo un commento alla avvenuta realizzazione di un centro commerciale a Lioni in provincia di Avellino.

Purtroppo molte delle perplessità circa gli aspetti negativi della realizzazione del Global Village a Mori si sono manifestate fondate.

Speriamo che quanto verificato a Lioni non si ripeta anche a Mori e che invece sia possibile, attraverso la “”mano regolatrice” dell’amministrazione comunale, trasformare la nuova struttura in opportunità per il territorio.

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originale in:

http://www.telelioni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=248:fornace&catid=33:politica&Itemid=50

Il Centro Commerciale “La Fornace”




lunedì 14 luglio 2008 00:00

La FornaceIl Centro Commerciale “La Fornace”, diciamocelo chiaramente, fa l’interesse di pochi e sta uccidendo il commercio locale, aggravato già da una crisi globale e vittima anche dei suoi stessi errori. Ma un insediamento di questa portata alla Stazione Sant’Angelo produce un impatto su molteplici livelli per Lioni e per tutto il bacino di utenza.

Una operazione devastante dal punto di vista commerciale: sono già visibili gli effetti negativi che un Centro Commerciale come questo comporta nel lungo periodo; un modello di insediamento che porta con sé due grossi problemi: il danno economico per i piccoli negozianti e il danno sociale per la disintegrazione del centro storico e la conseguente delocalizzazione periferica.

Dall’altra parte della bilancia dovrebbero esserci dei vantaggi per il paese di Lioni che sinceramente non si vedono.

Al Centro Commerciale “La Fornace” si accede esclusivamente con l’automobile e la spesa è rapportata unicamente alla grandezza del carrello, alla capienza del portabagagli e alla disponibilità economica di ciascun cliente.

Le opportunità per i commercianti locali presenti a destra e a sinistra del lungo viale che conduce al supermercato non sono molto vantaggiose: una volta all’interno dei centri commerciali, superata la contrapposizione tra negozio e supermercato, la grande distribuzione cerca di raggrupparli, sopprimendone la concorrenza, cercando di assorbire o attirare i piccoli esercizi nello spazio della distribuzione di massa.

In questo modo i negozi che vengono importati nella galleria del Centro Commerciale, considerato il prezzo esorbitante degli affitti, molto facilmente diventeranno parte di catene create apposta per la vendita affiancata alla grande distribuzione o in franchising. Si comporta così uno scadimento delle merci e dell’assortimento, fino a creare un ‘appiattimento’ commerciale; in questo modo, in una posizione di monopolio, possono permettersi di imporre i loro assortimenti di vendita.

Il mitico negozio sotto casa – che già opera in una situazione di profonda crisi economica – muore e con lui muore il centro storico di Lioni.

Bisogna rivitalizzare il centro del paese e creare spazi di socializzazione, ma invece che succede: si sposta il Centro nel Centro Commerciale.

Il centro di Lioni diventa periferia, la periferia, la Stazione Sant’Angelo diventa centro.

Si contribuisce a perdere la tradizione, il tessuto sociale, la chiacchierata, la socializzazione, l’incontro, il dialogo, la qualità , la solidarietà di paese; a incentivare, dall’altra parte, la divisione, l’indifferenza, la delocalizzazione periferica, la cultura della fretta e dello sconto ostentato.

In conclusione, la scelta di realizzare il Centro Commerciale non è dei cittadini e i benefici non riequilibrano adeguatamente gli effetti negativi.

E poi, come disse il saggio: “li soldi non restano a Liuni”.