Guido Benedetti

"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Se un libro m’interessa veramente, non riesco a seguirlo per piú di poche righe …

Lettore 1:
“Se un libro m’interessa veramente, non riesco a seguirlo per piú di poche righe senza che la mia mente, captato un pensiero che il testo le propone, o un sentimento, o un interrogativo, o un’immagine, non parta per la tangente e rimbalzi di pensiero in pensiero, d’immagine in immagine, in un itinerario di ragionamenti e fantasie che sento il bisogno di percorrere fino in fondo, allontanandomi dal libro fino a perderlo di vista.
Lo stimolo della lettura mi è indispensabile, e d’una lettura sostanziosa, anche se d’ogni libro non riesco a leggere che poche pagine. Ma già quelle poche pagine racchiudono per me interi universi, cui non riesco a dar fondo.”

Italo Calvino in “Se una notte d’inverno un viaggiatore”

A passo lento si avviavano i buoi verso le cantine …

“In tempi di vendemmia sentivo altri carri passare per tutto il giorno. Erano trascinati da buoi e trasportavano i larghi tini pieni di uva bianca o nera che distinguevo bene dalla mia finestra, alla quale non potevo fare a meno di accorrere attratta dall’odore di mosto che si diffondeva nella stradina non appena il traino la imboccava. A passo lento si avviavano i buoi verso le cantine, e ci volevano quasi dieci minuti perché percorressero l’intera via, tanto che c’era modo di seguirli e osservarli con attenzione. Non come adesso che, quando passa un’auto o una motocicletta, si ha appena il tempo di affacciarsi per cogliere appena un’impressione di forma e di colore.”

Isabella Bossi Fedrigotti in “Via della Chiesa n. 5”

… nulla è più poetico di una strada solitaria

“… nulla è più poetico di una strada solitaria, in un luogo solitario, all’alba o al tramonto. Gli uccelli che cinguettano in primavera danno alle strade, quando sono alberate, un senso di pace e forse l’illusione di sentire che la felicità esiste.”

Alain Elkann in “Muc”

Ma come fanno le storie a lasciarci

“Ma come fanno le storie a lasciarci?

Se non vengono raccontate, scritte o disegnate [o, lo aggiungo io, fotografate], si svuotano della loro sostanza, perdono le loro parole come una donna incinta perde le acque. Spariscono senza lasciare traccia.”

Tahar Ben Jelloun

Volare è il contrario del viaggio

Ti allacci la cintura. L’aereo sta atterrando.

Volare è il contrario del viaggio: attraversi una discontinuità dello spazio, sparisci nel vuoto, accetti di non essere in nessun luogo per una durata che è anch’essa una specie di vuoto nel tempo; poi riappari, in un luogo e in un momento senza rapporto col dove e col quando in cui eri sparito.

Intanto cosa fai? Come occupi quest’assenza tua dal mondo e del mondo da te?

Leggi; non stacchi l’occhio dal libro da un aeroporto all’altro, perché al di là della pagina c’è il vuoto, l’anonimato degli scali aerei, dell’utero metallico che ti contiene e ti nutre, della folla passeggera sempre diversa e sempre uguale.

Italo Calvino in “Se una notte d’inverno un viaggiatore”

Studia la città dove vivi

“Rispetta la strada.
L’educazione d’un popolo si giudica innanzi tutto dal contegno ch’egli tiene per la strada.
Dove troverai la villania per le strade, troverai la villania nelle case.
E studiale, le strade, studia la città dove vivi…”

Marcello Fois cita “Cuore” di Edmondo de Amicis in “L’invenzione degli italiani. Dove ci porta Cuore”