"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Viaggiare, leggere e scrivere

“… quand’ero bambino i libri che consultavo di più, ci passavo le ore, erano il vocabolario e l’atlante. Ogni parola nuova era una scoperta epocale per me.

Ogni piccolo borgo appenninico o himalayano un viaggio da fare. Anche per questo non ho mai trovato oppositive le due attività, quella del viaggiare e quella dello scrivere – anzi, meglio, del leggere ché prima d’essere scrittori abbiamo il dovere e il piacere d’essere appassionati lettori.

Gianni Biondillo in “Tangenziali”

Le espressioni

“Erano montagne da scalare, anche quelle. Passo dopo passo. Secondo una regola implacabile e lenta. Poi, però, via via che i numeri si sfoltivano, che i nodi si scioglievano, che la meta si avvicinava, sentivo il purificante piacere di togliere, di assottigliare, di ridurre il traffico snervante dei numeri all’essenziale, al risultato minimo che fa tirare il fiato.

Finire l’espressione era come disfare una valigia dopo un viaggio: guardare l’armadio e ritrovare tutto come prima.”

Emiliano Cribari dagli “appunti” de “la vita minima”

A proposito di boschi e di Appennini

“questi boschi hanno gli umori del poeta
placano e affogano
ad ascoltarli offrono i sorrisi
delle volpi
le carezze delle poiane”
Emiliano Cribari (da “la vita minima”)

…ognuno sta solo sul cuore della terra

“Ogni viaggio, anche se fatto in fila indiana, sovrapponendo il piede sull’orma lasciata da chi sta davanti, è un’esperienza differente, personale, ogni resoconto sarà filtrato dalla nostra cultura, dal nostro modo di essere, dalla nostra professione.

Viaggiamo in compagnia ma ognuno sta solo sul cuore della terra.

Questo esclude l’idea di una oggettività del paesaggio. Ogni paesaggio è una mediazione fra i depositi della storia e la capacità di decrittarli che ognuno di noi ha partendo dal proprio armamentario, dal proprio deposito di simboli.”

Gianni Biondillo in “Tangenziali”

Gioia

“C’era povertà ma c’era… Gioia!

Ecco: questa è la parola più giusta. C’era miseria, ma c’era tanta gioia. Come disse quella mamma a quella figlia che si era da poco sposata?

«Come ti trovi?». «Mamma, si patisce di tanti stenti ma si ride tanto!».”

“Mar d’Appennino” di Emiliano Cribari

Quando arrivo in un paese… ringrazio

Quando arrivo in un paese rallento. Mi fermo. Chiudo gli occhi.

Respiro nell’incavo più profondo del petto. Mi sento eletto. Ringrazio.

Preparo i sensi al disvelarsi, imminente, del sacro. Li invito a fluire oltre il corpo. A scivolare. A farsi incontro, sguardo, ascolto.

Nei paesi arroccati sull’Appennino tutto parla, tutto tace. Ogni odore è una radice.

Ogni pietra è una fatica, un pianto, un sorriso: una storia.”

Emiliano Cribari in “Mar d’Appennino”