"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Verdi meandri

“Quando la pendenza si riduce la corrente rallenta e si accentua la sinuosità del fiume. Fra Pavia e Cremona il Po forma dieci ampi meandri e almeno altrettanti ne lascia ‘fossili’ sul territorio, riconoscibili dal ribassamento del terreno, dalla ripartizione dei coltivi, dai filari e dai residui scoli irrigui. La storia del fiume resta incisa sulla crosta terrestre in modo inequivocabile e dimostra della sua volubilità. Alcuni andamenti sono remotissimi, altri meno e se ne conoscono le date, confrontando mappe e documenti. Una volta Lucio Gambi, maestro fra i geografi italiani, fece notare come la natura modifichi la geografia in modo molto più veloce dell’uomo. Se si guardano infatti sulla carta i limiti che dividono una regione dall’altra si vede come raramente seguano la linea mediana del fiume, ma stanno ora su una sponda ora sull’altra. Le loro fissità riprendono deflussi antichissimi, ormai scomparsi.”

Da “Il Po dalla sorgente al Delta “ del Touring Club Italiano

Il fiume

“Il limitare del letto del fiume ricorda i dintorni dei binari della ferrovia. Piante e sassi si mescolano in un disordine giovane e più o meno abitato. (…)

Solo che il fiume si sposta, a differenza dei binari, e a ogni stagione perdi i punti di riferimento che dicevano una via, un sentiero…”

Elisa Veronesi in “Atlante appenninico”

Eppure…

“Le culture sono spesso un abisso invalicabile, eppure dappertutto le persone si assomigliano nella loro propensione a seguire la strada che più le porta a dilaniarsi fra loro – eppure dappertutto, quando ormai non te l’aspetti più, ecco la benevolenza di chi vede in noi, per un attimo, un fratello, un altro essere umano.”

Roman Tulier in “Il sogno del giro del mondo“

Viaggi e fantasmi

“Quelli che viaggiano inseguono un fantasma che gli sfugge di continuo; sperano sempre di scoprire un certo modo di vivere che bene o male sia fondamentalmente diverso da tutti quelli che conoscono, e immaginano, non appena lo avranno trovato, di riuscire magicamente a entrare in contatto con questa esistenza meravigliosa, a comprenderla e a parteciparvi.”

Aldous Huxley in “Tutto il mondo è paese” (1926)

Il diritto di leggere ovunque

“All’assegnazione mattutina delle corvé, il soldato di seconda classe Tizio (Matricola 14672/1, …) si offre sistematicamente volontario per la corvé meno popolare, più ingrata, assegnata spesso a titolo di punizione, vero oltraggio agli onori più temprati: la leggendaria, infamante, innominabile corvé delle latrine.

Tutte le mattine.
Con lo stesso sorriso. (Interiore.)

(…)

Con la gravità estrema che precede l’assalto, egli afferra lo spazzolone da cui pende lo strofinaccio come se si trattasse dell’insegna della compagnia, e scompare (…).

Le ore passano.

È dato per perso.

È quasi dimenticato. 

È dimenticato.

Ma a fine mattina riappare, battendo i tacchi per il rapporto al maresciallo della compagnia: “Latrine impeccabili, mio signor maresciallo!” (…) Il soldato saluta, fa mezzo giro e si ritira, portando con sé il suo segreto.
Il segreto pesa un bel po’ nella tasca destra della tuta mimetica: 2900 pagine del volume che la Pléiade dedica alle opere complete di Nicolas Gogol’. Un quarto d’ora di strofinaccio per una mattinata di Gogol’… Ogni mattina da due mesi di inverno, comodamente seduto sul trono nella ritirata chiusa a doppia mandata, il soldato Tizio vola ben al di sopra delle contingenze militari. Tutto Gogol’!”

Daniel Pennac in “Come un romanzo”

Scena agreste e vita in città

“Quando vado in campagna la scena agreste mi piace per dieci minuti, ma poi l’odore, il sole, il vento, il fastidio, gli insetti, i ragni, gli scorpioni, i fili spinati con la ruggine, la paura del tetano…”

Edmondo Berselli in “Liù. Biografia morale di un cane”