"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Riccardo Schweizer e le case artigianali di Mezzano

“Sono passati vent’anni [oggi siamo nel 1974].

La pubblicazione che ne esce, [rispetto a quella abbozzata nel 1953] oggi ha … un senso nuovo: non più soltanto quello di additare simili interventi umani a un pubblico raffinato, addetto ai lavori; non più soltanto il secondo scopo, quello di consegnare agli attuali e futuri abitanti un ricordo di se stessi e dei propri avi. Ma, e soprattutto, oggi, un tentativo di dimostrare che questi organismi possono essere salvati ed usufruiti anche in senso strettamente economico, con beneficio materiale e spirituale per tutti.

Il nuovo scopo è dunque quello, attualissimo, scottante, di mettere sull’attenti chi avesse «troppo» interesse per questo «prodotto» (ora lo si vorrebbe definire tale), a non sconsacrarlo.

Trascorso il tempo del suo significato poetico, con l’avvento della macchina, e quindi di un certo modo pianificato di costruire (modo importato dunque) e del parallelo avvento del turismo, questi organismi spontanei di puro spirito paesano, ora assumono un lussurioso sapore speculativo.

E’ per questo che chi sa con cognizione di causa e per esperienze fatte, della possibilità, di «usufruire» di simili organismi senza gli «inevitabili danni» predicati da tecnici frettolosi, oggi pubblica quest’opera.”

Riccardo Schweizer in “Mezzano” pubblicato a vent’anni dalle sue prime bozze

Quando gli aerei “perdono peso”

“Alhassan Selmi è giornalista, vive a Gaza e spesso scrive senza aver fatto colazione. Ha la pancia vuota, lavora al freddo, a fargli compagnia è stato per mesi il rumore dei caccia israeliani che trapanano il cervello da mattina a sera e da sera a mattina.

Chissà com’è scrivere con la paura che quegli aerei perdano peso proprio sopra la tua testa.”

Raffaele Oriani e Alhassan Selmi in “Hassan e il genocidio”

Forma della città

“Questa strada per cui camminiamo, con questo selciato sconnesso e antico, non è niente, non è quasi niente, è un’umile cosa. Non si può nemmeno confrontare con certe opere d’arte, d’autore, stupende, della tradizione italiana, eppure io penso che questa stradina da niente, cosí umile, sia da difendere con lo stesso accanimento, con la stessa buona volontà, con lo stesso rigore con cui si difende un’opera d’arte di un grande autore.”

Pier Paolo Pasolini

Era strano come tutto fosse cambiato eppure uguale

Era strano come tutto fosse cambiato eppure uguale. Nemmeno una vite era rimasta delle vecchie, nemmeno una bestia; adesso i prati erano stoppie e le stoppie filari, la gente era passata, cresciuta, morta; le radici franate (…) eppure a guardarsi intorno, il grosso fianco di Gaminella, le stradette lontane sulle colline del Salto, le ale, i pozzi, le voci, le zappe, tutto era sempre uguale, tutto aveva quell’odore, quel gusto, quel colore d’allora.”

Cesare Pavese in “La luna e i falò”

La poesia è un messaggio in bottiglia

“Leggere ciò che un altro uomo ha scritto è entrare in relazione epistolare con lui: lui ci scrive, noi, a distanza di migliaia di ore, rispondiamo.

La poesia è un messaggio in bottiglia, che vive della speranza di un dialogo differito nel tempo.

Questo è stata per me, adolescente naufrago nella sua stanza, la poesia di Leopardi.”

Alessandro D’avenia in “L’arte di essere fragili”

L’atto di leggere

“… leggere è un atto!”

“Hai detto una cosa giustissima, leggere è un atto, ‘l’atto di leggere’, è verissimo…

“Viceversa la tivù, e anche il cinema a pensarci bene… tutto è già dato, in un film, non c’è niente da conquistare, tutto è già preconfezionato, l’immagine, il suono, le scene, la musica d’atmosfera se per caso uno non avesse capito le intenzioni del regista…”

“La porta che cigola per indicarti che è il momento di aver paura…”

“Nella lettura tutto questo bisogna immaginarselo… La lettura è un atto di creazione permanente.”

Daniel Pennac in “Come un romanzo”