«C’è una parola che ricorre in questi casi» gli dico «nella bocca di politici, amministratori, uomini di chiesa, intellettuali, giornalisti, una parola che a me non piace: ‘integrazione‘.
L’integrazione mi pare sempre unidi-rezionale: dalla cultura minoritaria (spesso identificata come sottocultura) verso quella, liberatoria, maggioritaria (l’unica vera cultura). Insomma, un annullamento, una omologazione alla ‘normalità’, sempre se qualcuno riuscirà mai a spiegarmi cos’è questa tanto decantata normalità. »
«Non la amo neanch’io quella parola» mi dice. «È bruttissima. Io uso ‘interazione‘. È questo che dobbiamo fare: interagire, mantenere le diversità, dentro un campo di regole condivise.»
Colloquio tra Yuri e Gianni in “Metropoli per principianti” di Gianni Biondillo
