"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Bonifiche e paesaggio

“Il diverso approccio alla bonifica, fra tecniche rudimentali e tecniche meccaniche, si coglie osservando l’assetto dei territori e consente quasi di storicizzare l’avanzata della bonifica in direzione della costa.

Con il termine di ‘terre vecchie‘ si designano quelle portate a bonifica in epoche precedenti al XIX secolo, dove la pezzatura delle campagne, sebbene ordinata in senso geometrico, è di dimensioni più ridotte e comunque ormai largamente contrassegnata da destinazioni policolturali, alberature, case sparse, villaggi, paesi, monumenti isolati come ville e poderi nobiliari. Le strade seguono andamenti sinuosi assecondando i canali e gli antichi decorsi fluviali. Sono, a titolo esemplificativo, le terre ferraresi lungo il Po di Primaro, quelle polesane fra Badia e Fratta.

Con il termine di ‘terre nuove‘ ecco invece le zone redente in epoca recente con il contributo di ingenti capitali, forniti da consorzi di proprietari o da enti pubblici. Qui si sono utilizzati esclusivamente i sistemi di prosciugamento meccanico. Vi predominano le linee orizzontali, i campi privi di alberature, l’assoluta uniformità degli spazi, l’assenza di insediamenti. Dagli edifici idraulici spuntano, come tentacoli, le condutture metalliche delle idrovore. Nella rete stradale predomina la linea retta, assoluta, vòlta verso l’infinito. C’è una strada che corre rettilinea nel territorio della Grande Bonifica Ferrarese per oltre 30 chilometri: si chiama la ‘Gran Linea’.”

Da “Il Po dalla sorgente al Delta” del Touring Club Italiano

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