“Io vedo la cucina come quel luogo, un po’ misterioso, dove in realtà si preparano gli ingredienti per una specie di sacra rappresentazione, per un rituale che si ripete ogni giorno e che riguarda la continuazione e insieme il consumo dell’esistenza, che riguarda la continua rinascita dell’esistenza e insieme la continua conferma della sua precarietà, provvisorietà.”
Ettore Sottsass in “Di chi sono le case vuote?”
