Ci apprestiamo con particolare piacere, a nome dell’intera Amministrazione comunale di Mori, a porgere il nostro contributo e saluto in apertura a questa pubblicazione nata dalla volontà di riscoprire, attraverso il nobile mezzo della fotografia, le molte bellezze e particolarità del ricco paesaggio grestano. Sono passati 40 anni da quando nel lontano 1977 Alessandro Cucagna iniziò ad annotare sui suoi diari le descrizioni della Valle di Gresta e oggi grazie a questo paziente e accurato lavoro ci viene offerta l’opportunità di ammirare e riscoprire un paesaggio rurale e montano che attraverso le immagini catturate dall’obiettivo fotografico riesce ad animare e rivitalizzare quanto il geografo aveva annotato, anni prima, nei suoi scritti. Queste fotografie assurgono quindi a tessere di quello che è il grande mosaico della storia della comunità della Valle di Gresta perché oltre a documentare la bellezza e la ricchezza naturalistica del territorio sono anche e soprattutto la testimonianza di quel forte e ancora molto persistente legame che unisce la comunità grestana alla propria terra. Questa pubblicazione mette quindi in luce inquadrature importanti di una lunga storia fatta di lavoro, di impegno, di adattamento e di spirito di servizio. Il Comune di Mori è pertanto lieto di aver promosso e contribuito all’iniziativa e auspica che questo lavoro possa contribuire alla riscoperta e al consolidamento di una coscienza collettiva volta alla cura del paesaggio e delle sue molte ricchezze.
Piera Benedetti, Sindaca di Ronzo-Chienis
L’opera che Guido Benedetti, “ingegnere per scelta e fotografo per passione” come ama definirsi, ha realizzato con il suo progetto fotografico “GARDUMO 77.78 | 17.18”, sulle orme del geografo triestino Alessandro Cucagna che negli anni 1977/1978 ha percorso la Valle di Gresta alla scoperta di un paesaggio incontaminato, è la storia narrata attraverso le immagini di un territorio che il famoso geografo ha ben descritto 40 anni fa. Se negli anni 1977/1978 Alessandro Cucagna annotava nel suo diario le contraddizioni di un territorio tra “abbandono e accuratezza”, sintomo della crisi di tutte le aree montane dovuta ai processi di industrializzazione che hanno interessato il fondovalle, Guido Benedetti con le sue fotografie ha voluto rappresentare un territorio che ben conosce, imprimendo su carta le emozioni che la lettura degli scritti di Cucagna gli ha suscitato. Benedetti, con le sue fotografie, ci porta a rivedere oggi ciò che ieri abbiamo visto e vissuto, immagini di un passato appena trascorso, e consegna alla storia le immagini di una Valle, di un territorio e di una Comunità quale prezioso documento da tramandare alle future generazioni. Lascito che mi auguro non venga relegato nella soffitta della memoria ma sia invece pungolo a mantenere stabilmente viva la sensibilità per il rispetto e la valorizzazione del nostro ambiente e delle sue peculiari risorse.
Stefano Bisoffi, Presidente della Comunità della Vallagarina
Introduzione al libro “GARDUMO 77.78 | 17.18” di Stefano Bisoffi, Presidente della Comunità della Vallagarina
È pregevole l’opera compiuta da Guido Benedetti che attraverso il progetto fotografico “GARDUMO 77.78 | 17.18” ha ripercorso il territorio della Valle di Gresta rincorrendo le visioni
di paesaggio tramandate dagli scritti del geografo Alessandro Cucagna. Con 40 fotografie, Benedetti a 40 anni di distanza, ci propone la propria narrazione di quel territorio raccontato dal geografo. Siamo nel 1977 quando Cucagna iniziò ad annotare i propri appunti su un diario di campagna che poi rielaborò in uno scritto più organico. Il suo interesse volgeva lo sguardo sul paesaggio a 360 gradi, dalla geologia alla vegetazione spontanea, al risultato del
continuo lavoro dell’uomo che ha modellato il territorio sulla base delle proprie esigenze e di quelle, in particolare, dell’agricoltura di montagna. Nondimeno il geografo era stato attento a cogliere alcune contraddizioni sintomo della crisi che all’epoca colpiva non solo la Valle di Gresta, ma anche molte aree montane. La sua, fu una ricostruzione del paesaggio che non si limitò alla conoscenza diretta ma raccolse anche le testimonianze delle persone del luogo, le informazioni fornite dalle antiche carte geografiche – di cui Cucagna era uno dei massimi conoscitori – e le indicazioni fornite da altre pubblicazioni. Benedetti nel rileggere quegli scritti si è lasciato catturare dalle suggestioni che le parole dello studioso gli evocavano e le immagini via via si sono materializzate nella sua mente restituendogli una Valle di Gresta che pur conosciuta sin dall’infanzia si rivelava in una nuova veste. Le sue fotografie sono il risultato di quelle emozioni, vi è in esse il senso della natura del tempo. Il paesaggio è abitato dalla sua storia e viene riconsegnato allo sguardo dell’osservatore nella forma del ricordo e della sua trasformazione per vederlo, sentirlo e, in qualche modo, viverlo da vicino, attraverso immagini che sono rappresentazione di luoghi, ricordi, suggestioni, rimasti impressi dal racconto d’un tempo trasportato al presente.


