"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Già, le rondini.

“Già, le rondini. Non ne ho scorto i nidi, o i loro resti scrollati dal vento, sotto le gronde dei tetti. Forse nella bella stagione li avrei notati; ora l’inverno non ha smesso la presa e, del resto, le rondini, rifuggono i luoghi trascurati dagli uomini. Sono come i passeri o i pettirossi. Hanno bisogno della loro vicinanza.”

Braila (Arco), febbraio 1968

Aldo Gorfer in “solo il vento bussa alla porta”

E allora sarà veramente la fine.

“La mancanza di strade carrozzabili ha tagliato fuori dal mondo Cerana. Il luogo è perciò una genuina testimonianza di paese antico che è stato evacuato da più secoli quale sede permanente.

Il paesaggio, ravvivato dai gruppi di case sparse tra il verde, ombreggiate dai noci, spalancato sul severo profilo dei monti, è altrettanto ospitale di quello di Iron con la differenza che non è disturbato da alcuna aggressione moderna.

Di Cerana non si è fatto ancora un mito. È un paese che vive solo nella storia e nelle leggende e che tale resterà fino a quando le prime petulanti automobili non si affacceranno tra i suoi campi deserti. E allora sarà veramente la fine.”

Cerana (Ragoli), novembre 1967

Aldo Gorfer in “solo il vento bussa alla porta”

Camminando, nessun luogo è lontano

“… la geografia si dovrebbe imparare non sui libri di scuola ma lungo i sentieri, ragionando in termini di passi, di eremi, di crinali, di alberi e di vallate.

Camminando, nessun luogo è lontano.”

Emiliano Cribari in “Diari Casagliesi”

La nebbia

“La nebbia nasconde il paesaggio e a volte è meglio così.”

Gino Cervi in “La fabbrica della nebbia”

Dentro c’è una nuvola

“Così mi viene in mente quel monaco buddista vietnamita che posando gli occhi su una pagina intuisce che non si tratta solo di una pagina.

Dentro c’è una nuvola, perché senza una nuvola non ci sarebbe la pioggia. Dentro c’è pioggia, perché senza la pioggia gli alberi non crescerebbero. Dentro ci sono gli alberi, perché senza gli alberi non potremmo fare la carta…”

Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”

Le mappe inventano il mondo

“Le mappe inventano il mondo – o meglio – lo reinventano.

Sono narrazione del mondo e da questo punto di vista esprimono il punto di vista di chi racconta: le sue conoscenze, le sue convinzioni filosofiche e teologiche.”

“Ho finito per imparare tante cose che si danno per scontate e non lo sono affatto.

Che una carta è un insieme di segni, convenzioni, analogie.

Che implica un ragionamento sulla prospettiva di chi l’ha fatta e di chi la usa.

Che non è mai il territorio che rappresenta, ma piuttosto una manipolazione della realtà che si sforza di mostrare.

O meglio ancora uno spettacolo, in cui il viaggiatore è allo stesso tempo spettatore e attore, occhio allo stesso tempo fuori e dentro la mappa.”

Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”