"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

La fotografia è legata a uno stato di solitudine

Viaggiare da soli ci fa sperimentare il mondo in maniera assai più profonda, nel senso che ci si trova ad appartenere completamente all’esperienza che si sta vivendo. Mentre invece in compagnia, che lo si voglia o no, una parte di sé appartiene all’altra persona. Ma se sei solo puoi sparire, lasciarti andare al luogo e alla gente che ti trovi di fronte. Questa possibilità di abbandonarsi è molto importante, per esempio, per un fotografo: non credo che ci siano mai state grandi foto scattate da persone che non erano sole. Per verificarlo basta guardare la storia della fotografia: si troverà che il novanta per cento di quelle rimaste nella storia sono state scattate da persone sole. La fotografia, insomma, è molto legata a uno stato di solitudine, generalmente vissuta come fatto positivo.

Wim Wenders

Un grazie a Lavinia per il pensiero con il quale ha condiviso la mia intervista a “FOTOGRAMMI D’AUTORE”

L’intervista l’avevo ascoltata un giorno dopo. È stata un’emozione!
(…)
Per quello che riguarda Guido Benedetti , le parole sono più difficili da trovare. Ho ascoltato con attenzione la presentazione del libro sulla Val di Gresta “Gardumo 77.78 | 17.18” e tutti i racconti, e i ricordi che Guido ci propone, sono interessantissimi. Dovrei riascoltare, perché le informazioni sono talmente tante e importanti, da non riuscire a ricordare tutto. Comprerò sicuramente il libro. Alcune delle immagini scattate da Guido le conosco già. Meravigliose, tante parlano da sole! Ma tutto quello che ci è stato raccontato in questa intervista, è di una ricchezza e di valore sociologico territoriale, immenso. L’intervista ci fa conoscere Guido come persona e come fotografo: com’è iniziata la sua passione per la fotografia, e quanto ha studiato, interessato di arrivare a realizzare dei progetti fotografici con una determinata impronta: la SUA! Complimenti e grazie Guido per questi racconti, aspetto di sfogliare e leggere il tuo prezioso libro.

Anche l’immaginazione fa parte del paesaggio

Anche l’immaginazione fa parte del paesaggio: lei ci mette in stato d’amore per qualcosa là fuori, ma più spesso è lei che ci mette in difesa con troppe paure; senza di lei non potremmo fare un solo passo, lei poi porta sempre non si sa dove. Ineliminabile dea che guida ogni sguardo, figura d’orizzonte, così sia.

da “Verso la foce” di Gianni Celati

“… ho sempre pensato che ci sono questi americani …”

“Io ho sempre pensato che ci sono questi americani che ci hanno fatto i quattrini su questa storia del West. Ma quella storia del West non doveva essere così tanto diversa dalle nostre.”
Gianni Celati in “Mondonuovo” 2003

OSSERVARE E RACCONTARE (2)

Le cose sono là che navigano nella luce, escono dal vuoto per aver luogo ai nostri occhi. Noi siamo implicati nel loro apparire e scomparire, quasi che fossimo qui proprio per questo. Il mondo esterno ha bisogno che lo osserviamo e raccontiamo, per avere esistenza.

da “Verso la foce” di Gianni Celati

OSSERVARE E RACCONTARE (1)

“Si è disposti all’osservazione quando si ha voglia di mostrare ad altri quello che vede. È il legame con gli altri che dà il colore alle cose, le quali altrimenti appaiono smorte.
(…)
Ma certuni ti fanno passar subito la voglia di raccontare: loro cercano solo “le ragioni” del mondo, dunque prendono ogni immagine solo come apatica informazione sul funzionamento esterno.”

da “Verso la foce” di Gianni Celati.