"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Il Presente è un dono

da Kung fu Panda:

Ci preoccupiamo troppo per ciò che era e per ciò che sarà.

Ieri è storia, domani è un mistero, oggi è un dono; per questo si chiama “Presente”.

Panda

Partire con l’anima in pace

da "A piedi" di Paolo Rumiz

Partire con l’anima in pace significa lasciare a casa diavolerie come quella chiamata "iPod", che ti impedisce di ascoltare il silenzio o sentire la musica della natura; oppure cose come il suo fratello maggiore "iPad", lo schermo delle meraviglie che magari vi dirà in ogni istante dove siete , ma vi toglierà il gusto di orientarvi guardando il paesaggio. (…) perché i viaggi si fanno non solo per vedere i luoghi ma anche e soprattutto per incontrare persone.

Al male non bisogna mai dare principio.

da: “Il tempo è un dio breve“ di Mariapia Veladiano

“Al male non bisogna mai dare principio.

Quando lo si è svegliato vive di vita propria, si moltiplica in proporzione dei buoni sforzi che si fanno per fermarlo, è una tenia che rinasce da ogni suo frammento.”

Come coltivare la Serenità nella vita quotidiana.

da: “Il tempo è un dio breve“ di Mariapia Veladiano

"Se potessi, ora vorrei studiare il segreto di questa serenità di Marguerite.

Mi sembra che riuscire a viverla anche solo per poco basterebbe a dare senso a qualsiasi vita.

Si tratta di abitare il presente accettandolo come qualcosa che è sempre importante, di essere liberi dall’ansia di un progetto che ci trascina in avanti o dal blocco di una paura per ciò che può accadere e che ci tiene immobili.

Si tratta di accogliere ciò che arriva come rivolto a noi e solo a noi.

Un puro aderire alla vita."

Capacità acquisite e responsabilità assunte

“Ci si deve adoperare perché sia soddisfatta l’esigenza di accedere ai gradi superiori dell’istruzione sulla base del merito; cosicché gli esseri umani, nei limiti del possibile, nella vita sociale coprano posti e assumano responsabilità conformi alle loro attitudini naturali e alle loro capacità acquisite”

LETTERA ENCICLICA PACEM IN TERRIS DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PP. XXIII

Senza il territorio…

… oggi il problema non è l’eccesso di politica e di governo locale. Ma l’esatto opposto. La debolezza della politica, espressa da partiti personalizzati e mediatizzati. Sradicati dalla società e dal territorio. Dove l’associazionismo e il volontariato appaiono sempre più istituzionalizzati. 

Per questo, io vorrei più politica e più società. Più politica e partiti nella società. Più società nella politica e nei partiti. Senza professionisti della politica – del sindacato, dell’associazionismo professionale e volontario – “a vita”. Vorrei più volontari veri – in politica e nei partiti. Ma anche nella società e nelle associazioni. Più volontariato nello Stato. E meno Stato nel volontariato. Senza rinunciare al ruolo assunto dalle autonomie territoriali.

In un Paese come il nostro, arricchito e unificato dalle differenze locali, dissolvere le autonomie significherebbe semplicemente dissolvere lo Stato. I suoi elementi e i suoi fondamenti. Senza il territorio, i partiti e il Pd per primo: diventano “liquidi”.

Ilvo Diamanti da Repubblica del 15/10/2012

(Vedi http://www.demos.it/a00767.php)