"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Le mappe come “selezione”

“… cosa include, cosa esclude una carta?

Bella domanda. Un altro modo di considerare le carte: che non sono solo un modo di rappresentare il mondo,

ma prima di tutto di selezionare ciò che al mondo esiste e può avere un significato.

(…)

le vecchie edizioni dell’Istituto Geografico Militare («Vecchie di sessant’anni») … «contenevano una quantità enorme di informazioni, indizi e toponimi utili alla traversata.

Al loro confronto, le mappe contemporanee denunciano tutta la banalizzazione dei territori e la distanza degli italiani dal Paese».

Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”

Il punto è sempre lo stesso: “Voi siete qui”

“Da quando me l’hanno detto ci faccio caso: è proprio vero.

Nelle carte dei pannelli turistici che ogni tanto troviamo su un sentiero ben segnato, oppure nel centro storico di una città, c’è un punto preciso più consumato di ogni altro. Nel caso del sentiero non è né l’arrivo né un particolare punto panoramico, così come nel caso della città non è la cattedrale o il palazzo del Comune.

Il punto è sempre lo stesso.

Quello dove un pallino rosso o blu, oppure un quadratino, oppure qualche altro segno grafico, restituiscono questa sola informazione, semplice ed essenziale: voi siete qui.

Non me n’ero mai accorto, ma poi ho cominciato a farci caso. È quello il punto che la gente cerca più di tutti. Quando lo individua spesso e volentieri ci pianta sopra il dito, quasi volesse sentirlo, constatarlo anche con il tatto, farlo in questo modo suo.

Non me n’ero mai accorto, perché mi sa che ho sempre considerato le carte come uno strumento per arrivare da qualche parte. Invece per prima cosa dovrebbero aiutarci a capire dove siamo.”

Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”

L’architettura rurale e le sue evoluzioni artistiche

“Un esame dell’architettura rurale può essere non soltanto utile ma necessario per comprendere quei rapporti tra causa ed effetto che lo studio della sola architettura stilistica ci ha fatto dimenticare.

L’architettura rurale rappresenta la prima e immediata vittoria dell’uomo che trae dalla terra il proprio sostentamento.

Vittoria dettata da una necessità, ma satura di evoluzioni artistiche.”

Giuseppe Pagano in “Architettura Rurale Italiana”

Toponimi e storia

“Chi cammina sa bene cosa significano i nomi, i toponimi. Cosa significa inebriarsi dei suoni dei luoghi. Avere voglia di sedersi e di restare a masticarli per ore. E di chiedere a chiunque si incontri perché. Perché Cavallino? Perché Monte Filetto?”

La fine di un’avventura

“La verità, l’ho già detto, è che a me scrivere libri non piace. Preferisco sognarli, immaginarmeli. Scrivere mi fa penare, angosciare, soffrire. Quando finalmente mi metto sotto, quando mi chiudo nel bozzolo e mi immergo nella scrittura, faccio tutto come in apnea, trattenendo il fiato, quasi avessi paura delle mie deiezioni, del puzzo intollerabile delle mie stesse parole. Poi, però, quando vedo la luce in fondo al tunnel, quando ormai la strada è davvero in discesa, lasciate alle spalle le asperità del paesaggio scribatorio, quando ormai sono ad un passo dal mettere il punto finale, quello che non prevede a capo, ecco, li, in quel momento, mi prende come uno struggimento, una malinconia.

Mi manca già, prima ancora di liquidarlo definitivamente, proprio quello che per tutto questo tempo mi ha fatto soffrire. Mi comporto come un padre che non accetta l’idea che la propria figlia sia davvero cresciuta, che ormai abbia raggiunto la maggiore età e che abbia tutto il diritto di farsi una famiglia, una vita. Mi comporto come se non volessi che uscisse di casa, che mi abbandonasse. Mi coccolo quello che scrivo con una dolcezza pelosa e ridicola, lo cullo, tergiverso sulle parole, perdo tempo.

Gianni Biondillo in “Tangenziali”

È vero, chiudere un’avventura, un progetto, una ricerca, che ci ha molto appassionato è sempre difficile. La voglia è quella di continuare o, al limite, ricominciare. Poi si torna alla realtà e si assapora la “fine” dell’avventura con il pensiero già alla definizione della prossima.

un quartiere è come un romanzo

“… un quartiere è come un romanzo, ci sono capitoli che servono la storia, la trama, altri che esplodono nella loro lucentezza poetica, ma lo possono fare proprio perché esistono i capitoli precedenti. Così sono le case di questo quartiere. L’architettura è una disciplina complessa, semplificarla a ciò che appare al primo sguardo è l’errore tipico della nostra cultura, imbevuta di pregiudizi crociani.”

Gianni Biondillo in “Tangenziali”