“Ci sono case del XVI secolo; altre dei secoli successivi. Tutte conservano un motivo di piacevole meditazione. Ecco quella al limite dell’agglomerato, fondata nella china sì da permettere il pieno sfruttamento del prospetto a valle e da dar tepore costante alla stalla seminterrata. Reca sulla porta di abete il segno d’una delle ultime tradizionali visite beneauguranti dei Re Magi: 1836. G (aspare), M (elchiorre), B (aldessare).
Il plastico aggetto esterno del forno da pane sta crollando, le assi di larice del tetto si sfaldano, la stua dalle credenze dipinte e dalla gran mussa è ancora impregnata da un acuto odore di pecora.
Più in là, presso il monumentale fienile ligneo a barcons rallegrato da una di quelle singolari fontane perenni di assi di abete dette festil, e che hanno sostituito gli enormi tronchi scavati, si ammira nell’interezza della tradizione una tipica casa ladina. Una tettoia di scandole protegge l’ingresso dalla neve ammucchiata dal vento.”
Aldo Gorfer in “solo il vento bussa alla porta”
