"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Nei rapporti con le persone ci vuole tatto.

Gli antropologi spiegano che il tatto è per l’uomo un “movimento essenziale”, fisico e spirituale al contempo. Ci permette d’inerire al mondo, di sentirlo parte di noi e di sentirsi parte di lui. Nello stesso istante in cui l’ambiente ci tocca, noi lo tocchiamo. L’ho già scritto, l’immersione è sempre un’esperienza erotica, cioè tattile. Un tuffo, superficiale o profondo che sia, ci aiuta a mettere da parte per un momento il conoscere mentale, a vantaggio di quello carnale. Imbastiamo una relazione intima con la natura, con l’altro, con noi stessi.

La pelle è il più esteso degli organi di senso, forse la più animalesca, selvatica delle porte percettive. Possiamo chiudere gli occhi, le orecchie, la bocca e il naso, ma non la pelle. Non a caso si dice “toccare per credere” e il bambino ha un’innata predisposizione a conoscere il mondo toccandolo. Toccando noi facciamo esperienza cinetica, non solo con le mani. Ci si conosce stringendosi la mano, ci si saluta abbracciandosi.

Nei rapporti con le persone ci vuole tatto.

Fabio Fiori in “L’abbraccio del mare”

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