"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

La città e il tempo

“Le città sono musei viventi del tempo. Le rovine di un castello, le mura di una vecchia cerchia, il vuoto tra due edifici aperto da una guerra, o l’insegna fantasma di un negozio ci offrono sprazzi di qualcosa di più duraturo dell’arco della nostra vita cosciente. Tuttavia, esse ci ricordano anche che la città sta cambiando pure sotto i nostri piedi.”

Natalie Whittle

SINCRONICITÀ

Quando, durante la lettura del libro “PIANURA” di Marco Belpoliti, sono giunto al capitolo dedicato ai “pispiò” (gli “anti-vespasiani”) di Modena e, in particolare, alle tre pagine dedicate ai marciapiedi e ho letto i seguenti due passaggi:

  • “… gli ho detto di Jane Jacobs, una signora canadese che ha scritto uno dei piú bei libri di architettura del XX secolo, “Vita e morte delle grandi città”; nel suo volume Jacobs dedica varie pagine ai marciapiedi, attribuendo proprio a loro, collocati nelle strade delle grandi metropoli americane, un ruolo fondamentale per regolare la vita collettiva.”
    e
  • … Primo Levi che ai marciapiedi ha dedicato una grande attenzione”;
    sono sobbalzato sulla sedia per quella che, sul momento, ho considerato una “coincidenza”.
    Sul mio comodino infatti, accanto al libro di Belpoliti, ci sono proprio questi due grandi autori: Jane Jacobs – con il libro citato – e Primo Levi con il libro “Il sistema periodico”.
    Carl Jung mi ha insegnato, invece, che nulla accade per caso e che la maggior parte degli eventi, nella nostra vita, hanno un significato preciso e accadono per una ragione: a questa teoria ha dato il nome di “sincronicità”.

SPAZIO E TEMPO

“Ma mi è rimasta la nostalgia per i terreni golenali, per questi interstizi e lingue di terra incerta, che qualcuno ha detto essere spazi defilati, nell’ombra. Forse quel qualcuno pensava all’ombra che fanno i pioppi nei mesi estivi, quando il sole sale all’orizzonte e schiaccia le loro impronte nere a terra. (…)
La cosa più affascinante della golena è la sua atmosfera sospesa. Gli alberi sono stati piantumati in file perfette, uno dietro l’altro, come se fossero delle milizie composte di singoli soldati a distanza di qualche metro l’uno dall’altro: non troppo vicini per non danneggiare la crescita di ciascuno, e non troppo lontani per non perdere terreno buono a disporre altre piante. (…)
Una specie di scacchiera infinita che fa sí che lo spazio lí dentro abbia divorato il tempo, o quanto meno lo tenga sospeso, come se fosse in scacco.”

PIANURA di Marco Belpoliti

il viaggiatore è un archeologo

“il viaggiatore è un archeologo che scende nel paesaggio pietroso delle città, attraversa i loro strati come Schliemann quelli di Troia.”

Claudio Magris nella sua prefazione a “Immagini della città” di Walter Benjamin