"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Edifici come tante astronavi

Gli edifici, guardati uno per uno, non hanno niente di eccezionale, che giustifichi un così intenso disagio. Ma il peso delle deficienze, delle contraddizioni e degli errori che si sono constatati nei lavori per il nuovo piano regolatore, grava su queste architetture con impressionante evidenza; lo sforzo positivo fatto eventualmente da ogni progettista per reagire a questi fatti si esaurisce nell’ordine interno degli edifici, e agisce in scarsissima misura sull’ambiente; così, per una ragione sottile, questi edifici si ignorano del tutto fra loro, e non compongono un quadro né bello né brutto: sembrano piombati lì in quel momento, come tante astronavi.

Se l’architetto si chiude nei limiti della sua specializzazione, nell’illusione di preservare almeno il campo del disegno immune da concessioni, la battaglia è perduta in partenza. Bisogna che l’architetto esca all’aperto, e si proponga di unire l’impegno architettonico e l’impegno urbanistico, come parti di una stessa responsabilità.

da “Il piano regolatore di Roma” di Leonardo Benevolo in “L’architettura delle città nell’Italia contemporanea”

“Pensando ad una immagine necessaria” di Luigi Ghirri

Penso che oggi bisogna continuare a pensare che fare fotografia … significa … continuare a pensare alla fotografia come desiderio, immagine dialettica, e forse utopia, per mostrare all’altro il nostro stupore nei confronti del mondo (continuare a pensare e ritenere che prima di artista o fotografo, o consumatore, si e persone) e che da questa semplice constatazione o progetto nascono il fare, le percezioni e i sentimenti.

Luigi Ghirri in “Niente di antico sotto il sole”

Accettare la normalità

Mi sono abituato, da quando ho imparato a servirmi della macchina fotografica con soddistazione, a concentrarmi e convivere con la normalita, più che con la bellezza. Mi interessano i paesaggi urbani anche dove non c’è bellezza, ma mediocrità, disordine, incertezza. L’intento e trovare l’approccio interpretativo che mi può rivelare il senso di questi luoghi, che me li fa comprendere, accettare come qualcosa che malgrado tutto ci appartiene, e con i quali possiamo convivere.

Gabriele Basilico in “Architetture, citta, visioni”

Io racconto lo spazio creato dall’uomo

Io racconto lo spazio creato dall’uomo, non paesaggi disabitati. Io vado in cerca dei luoghi dove l’uomo ha creato se stesso, e ogni volta che li trovo, mi fermo e mi chiedo: cosa è successo qui? Chi ha voluto questo, chi ha cambiato questo luogo che prima era diverso, e perche lo ha fatto?

Gabriele Basilico racconta “Ritratti di fabbrica”

La Carta Geologica

Una Carta Geologica è l’atto finale dello studio di un territorio: della successione delle sue formazioni rocciose delle pieghe e delle faglie che lo caratterizzano.
Una Carta Geologica è l’atto iniziale per la comprensione di un territorio: delle sue potenzialità e fragilità, indispensabile per un corretto utilizzo delle sue risorse.

dal catalogo “Volta la Carta 1822-2022 Duecento anni di cartografia geologica delle Dolomiti nell’area del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino”

“Mondo esterno e interiorità di chi cammina”

Esiste un’energia misteriosa nel caso, una corrispondenza segreta che unisce gli elementi del mondo esterno e l’interiorità dell’uomo che cammina. È quindi indispensabile spingersi verso realtà sempre nuove, fare ciò che la persona comune, normalmente, non farebbe mai. Si può puntare il dito sulla mappa, a occhi chiusi, e recarsi in un luogo sconosciuto. Oppure scegliere, del tutto a caso, una stazione della metropolitana o del bus, ed esplorare il quartiere in questione.

Federico Castigliano in “Flâneur. L’arte di vagabondare a Parigi”