"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Le mappe inventano il mondo

“Le mappe inventano il mondo – o meglio – lo reinventano.

Sono narrazione del mondo e da questo punto di vista esprimono il punto di vista di chi racconta: le sue conoscenze, le sue convinzioni filosofiche e teologiche.”

“Ho finito per imparare tante cose che si danno per scontate e non lo sono affatto.

Che una carta è un insieme di segni, convenzioni, analogie.

Che implica un ragionamento sulla prospettiva di chi l’ha fatta e di chi la usa.

Che non è mai il territorio che rappresenta, ma piuttosto una manipolazione della realtà che si sforza di mostrare.

O meglio ancora uno spettacolo, in cui il viaggiatore è allo stesso tempo spettatore e attore, occhio allo stesso tempo fuori e dentro la mappa.”

Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”

Sono sicuro della strada?

“Sono sicuro della strada?

Meglio controllare prima.

Comunque non si tratta mai di perdere tempo: studiare una mappa è prima di tutto un piacere. È palestra di attenzione e affetto, collezione di nomi e intreccio di possibilità, racconto che inseguo con un dito che scivola sulla carta. Allo stesso modo gli occhi inseguono un panorama e la fantasia gioca con un romanzo.

(…)

Per mettere via la carta mi sforzo di assecondare le pieghe. E un modo per prendermene cura e ci tengo.

Non solo perché in lei confido per non smarrire la via. C’è qualcosa, nella carta, che va ben oltre la carta.

Intendo la carta in quanto tale, non fa differenza che mi consegni una rete di sentieri piuttosto che una collezione di versi. Come diceva, quel monaco vietnamita che cercava il Budda nella concentrazione del cammino?

Un poeta, guardando questa pagina, si accorge subito che dentro c’è una nuvola.

Una nuvola che ha donato la sua pioggia perché l’albero potesse crescere, così da donare la cellulosa per questa carta.”

Paolo Ciampi in “L’aria ride”

Come se gli occhi si sostituissero ai piedi

“Non ricordo quando ho cominciato a camminare.”

… ricordo però …

“i passi che sono venuti subito dopo. Incerti ma scalmanati, subito stanchi. Come a due velocità.

Uno: strilli urli salti cadi.

Due: ti abbandoni alle braccia o al passeggino spinto dalle stesse braccia, incapace di qualsiasi atto se non un guardare di qua e di là come se gli occhi si sostituissero ai piedi”

Paolo Ciampi in “L’aria ride”

Buon segno

“Che poi vale lo stesso per il cammino, che per tanto tempo mi sono negato. Dovevo correre, dovevo vedere il mondo e. fare molte cose.

Buon segno che mi sia tornata questa voglia di poesia. E di cammino. Buon segno che abbia voglia di gettare via il tempo.

Ovvero di regalarmelo.”

Paolo Ciampi in “L’aria ride”

Un viaggio: in bilico tra speranza e delusione

“Puoi concepire un viaggio – un vero viaggio – senza una buona dose di sorpresa?

Certo che no, ne sono sicuro. Solo che tutto oggi sembra congiurare contro la possibilità di sorpresa.

(…)

Oggi si parte e si e gia visto tutto prima.

Pertino le strade che percorreremo, ispezionate dall’alto con Google Street View. Perfino le camere d’albergo che ci ospiteranno, servizi igienici compresi.

Oggi si prevede, proprio nel senso letterale, ovvero si vede prima. Il viaggio diventa conferma.

E semmai in agguato non c’è la buona sorpresa, ma la delusione.

Paolo Ciampi in “Il sogno delle mappe”

Il diritto di esistere bisogna guadagnarselo

“In primo piano sono oggi le motivazioni esistenziali: tutti hanno diritto di godere per il solo fatto che sono al mondo.

È un creaturalismo che io non condivido, non amo la gente per il fatto semplice che è al mondo.

Il diritto di esistere bisogna guadagnarselo, e giustificarlo con quello che si dà agli altri.

Italo Calvino intervistato da Daniele Del Giudice per “Paese sera” (1978)

da “Eremita a Parigi”