"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Un breve canto familiare accompagnato dalla pioggia

Durante un furioso scroscio d’acqua …

“Gridai al gondoliere di cercare velocemente un riparo, cosicché rapidissimamente tornammo indietro lungo il medesimo canale, fino a raggiungere il ponte più vicino.

Facemmo sosta, nella oscurità più completa, sotto l’arcata del ponte, bassa nonostante l’accentuata volta. L’ampiezza del ponte corrispondeva esattamente alla lunghezza della gondola, dove me ne stavo comodamente seduto al centro, accanto a me il gondoliere che tratteneva l’imbarcazione contro il muro; di qua e di là il rovescio temporalesco.

Trascorsero così alcuni minuti di tranquillità, poi arrivò una seconda gondola in cerca di riparo e si piazzò accanto alla nostra; poco dopo se ne aggiunse una terza anch’essa in rapida fuga. Le tre gondole occupavano completamente quel piccolo spazio coperto dalla volta del ponte.

Era impossibile vedersi in quell’oscurità, tuttavia di lì a poco, da singole esclamazioni e battute sulla nostra buffa situazione, nacque una conversazione collettiva. Le tre gondole sembravano sospese sotto il ponticello come uccelli in volo; da una gondola all’altra, nell’oscurità, fluttuavano parole e risposte confidenziali – un quarto d’ora di chiacchiere immerso in una strana atmosfera fiabesca, piena di mistero e di letizia al contempo, che ho conservato nella memoria come un breve canto familiare accompagnato dalla pioggia.”

Herman Hesse in “Vedere l’Italia”

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