“Quando la pendenza si riduce la corrente rallenta e si accentua la sinuosità del fiume. Fra Pavia e Cremona il Po forma dieci ampi meandri e almeno altrettanti ne lascia ‘fossili’ sul territorio, riconoscibili dal ribassamento del terreno, dalla ripartizione dei coltivi, dai filari e dai residui scoli irrigui. La storia del fiume resta incisa sulla crosta terrestre in modo inequivocabile e dimostra della sua volubilità. Alcuni andamenti sono remotissimi, altri meno e se ne conoscono le date, confrontando mappe e documenti. Una volta Lucio Gambi, maestro fra i geografi italiani, fece notare come la natura modifichi la geografia in modo molto più veloce dell’uomo. Se si guardano infatti sulla carta i limiti che dividono una regione dall’altra si vede come raramente seguano la linea mediana del fiume, ma stanno ora su una sponda ora sull’altra. Le loro fissità riprendono deflussi antichissimi, ormai scomparsi.”
Da “Il Po dalla sorgente al Delta “ del Touring Club Italiano
