“… l’antichità in Giappone non ha la sua sostanza ideale nella pietra come in Occidente, dove un oggetto o un edificio solo se si conserva materialmente viene considerato antico.
Qui siamo nell’universo del legno: l’antico è ciò che perpetua il suo disegno attraverso il continuo distruggersi e rinnovarsi degli elementi perituri. Questo vale per i giardini come per i templi e i palazzi e le ville e i padiglioni, tutti in legno, tutti molte volte divorati dalle fiamme degli incendi, molte volte ammuffiti e imputriditi o mandati in polvere dai tarli, ma ricomposti ogni volta pezzo per pezzo: i tetti di strati di scorza di cipresso pressata che vengono rifatti ogni sessant’anni, i tronchi dei pilastri e delle travature, le pareti di tavole, i soffitti di bambù, i pavimenti ricoperti di stuoie …”
Da “Il tempio di legno” in “Collezione di sabbia” di Italo Calvino
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