"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

Alcune domande ai candidati sindaco di Mori

Vorrei porre ai candidati alcune domande su un argomento fondamentale: “MORI nel 2020”.

  • Considerato che il modello di sviluppo “autosufficiente” di Mori non è più sostenibile, quale VISIONE avete per il futuro della nostra borgata nei prossimi 10 anni?
  • Che rapporto vorrete costruire con gli altri comuni della vallagarina e in particolare con il comune di Rovereto?
  • Poiché i candidati sindaco di Rovereto ritengono indispensabile dialogare con Mori per risolvere i loro problemi di sovraffollamento diventeremo sempre più “città dormitorio” o sapremmo sfruttare il momento per dotare Mori dei servizi che oggi mancano e creare le necessarie “occasioni” per invogliare le persone non solo ad abitarci ma soprattutto a viverci?

3 commenti

  1. Pingback: 3 domande per i candidati sindaco di Mori | Pensieri&Parole dal [mio] mondo

  2. Carissimo Luca,
    apprezzo quanto scrivi e condivido. Vorrei soffermarmi su due punti di cui sono coinvolto per il mio impegno sociale.

    Turismo: Mori è nel cuore e nel sangue, artigianale e contadina.

    Ci sono persone ed enti che si sono impegnate e si stanno impegnando per creare una Mori turistica (fino a Varano), ma le difficoltà sono molte proprio perchè il turista non fa parte delle nostre culture. Per esempio, un venerdì mattina alle ore 10.30 sono passato da via Gustavo Modena e ben 2 negozi nello stesso momento avevano il cartellino “torno subito”. Torno subito.. quando? Fra 2 minuti o 22? Un cliente naturalmente, trovando chiuso non ha aspettato.

    Però mi viene da chiamare “turisti” tutti i nuovi residenti. Loro non ci conoscono e non conoscono il territorio con le nostre tradizioni. Posso chiamarli turisti? Persone che sono quì per esigenze o scelte con le loro aspettative e diversità e sono da accogliere (anche se vengono da Rovereto).

    Famiglia:
    stiamo vivendo in un tempo di grande cambiamento. La famiglia patriarcale c’è ancora. Poi ci sono le nuove generazioni come la tua e la mia (o quella di Guido!) e chi vive o convive liberamente anche con figli. La famiglia oggi non è ben definita. Ci sono esigenze, esperienze, scelte ed emozioni diverse. Ognuno con la sua storia, molto più di ieri ed è difficile saper dialogare con questi piccoli nuclei spesso chiusi per scelta fra le 4 mura di casa.
    Nel mio piccolo, in forma di volontariato, assieme a Marina e con altri due cari amici, ogni mese cerchiamo di incentivare le persone a vivere maggiormente la vita di comunità pubblicando “Tam Tam – Iniziative Moriane” che è la finestra al mondo dell’associazionismo, per provare a mantenere questo paese nello spirito.

    Concludendo, si può fare molto: l’Amministrazione deve svolgere certamente la sua parte che non deve essere sempre di delega, ma nello stesso tempo forse possiamo fare qualcosa anche noi.

    Il tema dell’ascolto che tratto nell’introduzione del Tam Tam di maggio e che ti invito a leggere (lo trovi già da qualche giorno on-line in pdf), l’ho scritto sia per i cari nostri politici che per ciascuno di noi. Ognuno ha il suo ruolo e le sue responsabilità!

    Un caro saluto. Gigi Torboli

  3. Luca Bertolini ha scritto sulla pagina “Auspici per la Mori del futuro” il seguente intervento.
    Ritengo giusto riportarlo anche qui come riflessione in risposta ai quesiti che ho proposto ai candidati sindaco.

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    di Luca Bertolini (19 aprile 2010)

    A Mori e alle sue frazioni, a mio parere, serve un piano di recupero della nostra identità che è andata persa e di rilancio dei suoi valori. Ne espongo alcuni un po’ velocemente senza tanto rielaborare.

    Recupero del valore della famiglia: con la crescita della popolazione la famiglia è in difficoltà sia tecnicamente sui servizi di base sia dal punto vista sociale. Si sta sciogliendo quel tessuto che caratterizzava il paese, Mori diventa città e le frazioni ne hanno la peggio. Perché non provare a crescere restando paese nello spirito? Mori dovrebbe avere uno sviluppo sostenibile in particolare sotto il profilo della famiglia. Poter dire che una famiglia a Mori si trova molto bene cosa significa, cosa serve per dire questo? Una crescita urbanistica “smodata” come quella che è stata impostata a Mori negli ultimi anni è miope e non è sostenibile: ha portato a Mori famiglie che qui non hanno trovato i riferimenti attesi, lo sviluppo demografico non è stato valutato e gestito. Uno sviluppo sostenibile si concretizza con l’attenzione alla famiglia.

    Recupero del territorio: valorizzare il territorio nel suo insieme rendendolo più armonioso (tra ambiente urbano e ambiente rurale/montano) e utilizzandolo come risorsa strategica garantendo ricadute sull’economia locale anzichè su realtà “extracomunali”. Cosa vuole offrire Mori al turista? Non certo ciò che può trovare ieri, oggi e domani anche da un’altra parte (come ad esempio grandi centri di qualsivoglia genere), ciò che il turista trova solo qua e non altrove è il territorio (vedere Alto Adige). Le radici dell’economia moriana sono nell’agricoltura e molte sono le imprese edili sul territorio del comune. Si deve far coniugare le due esigenze con uno sviluppo che favorisca entrambi e favorisca in particolar modo le imprese locali e l’iniziativi dei locali. Inoltre serve incentivare l’inserimento di nuove realtà economiche di “buon livello” (ad esempio servizi) che elevi il livello dell’offerta e che sia in grado di “riempire” il tessuto urbano rendendolo interessante e mentendolo in sintonia con il territorio. Ciò si può ottenere lavorando sul cooperativismo tra enti legati al territorio e il Comune potrebbe promuovere questa strada “piccoli e uniti, come le formiche”. Creare la cultura dell’appartenenza nelle realtà economiche valorizzare il binomio “cura del territorio – economia”. La famiglia è la realtà economica più piccola dobbiamo sostenerla dandogli un territorio “bello” che la agevoli.

    Recupero della macchina amministrativa che deve guadagnare in efficienza e non essere vista come un elemento di costo ma bensì di strategia. Essere in primo piano nella gestione del territorio e del patrimonio pubblico. Prestare attenzione alle esigenze dei cittadini e rispondere con sollecitudine. Il Comune deve essere comune, lo dice la parola stessa. Ciò ritengo sia possibile, il nostro Comune ha dei dipendenti la cui età è mediamente nel periodo di massima espressione (non uso il termine giovani, perché ritengo che i giovani siano i 20enni e non i 30-40-50enni, questi ultimi sono eventualmente “maturi”).

    Recupero della cultura della soliderietà e della fiducia nelle istituzioni e tra i cittadini. A Mori abbiamo numerose cooperative. Non è un caso, le hanno create i nostri nonni, i nostri genitori, alcune noi stessi. Cosa significa questo per Mori? Un simile patrimonio umano deve essere considerato da chi amministra Mori e si devono creare le condizioni per promuovere il cooperativismo non solo come “società cooperativa” ma nel suo spirito promotore del fare il bene comune.

    Forse sono stato un po’ disordinato nell’esposizione. Mi scuso per questo. Ma ho voluto mettere qui alcune mie considerazioni sulle opportunità per la Mori dei miei figli e questo è un modo per provare a realizzarla.

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