“Se amiamo l’architettura e l’urbanistica, buttiamo le guide (anche questa se volete) e facciamoci indirizzare dalle persone che incontriamo, cerchiamo di seguirne i flussi, respiriamo la città al ritmo dei loro passi, leggiamola con loro mentre prendono la metropolitana, mentre sono in coda in un bar, mentre leggono su una panchina. Guardiamo come si muovono le famiglie, quanti figli hanno. Sbirciamo dalle vetrine dei ristoranti.
Scopriremo un mondo straordinario che nessuna mappa ci può restituire. La città è il suo tessuto connettivo, spaziale e sociale, delle eccellenze e delle fragilità ; è fatta sì di episodi rilevanti, ma anche di trame e di orditi che li connettono, è palinsesto di luoghi e di persone.
A me della città piace osservare, studiare, cercare di capire le persone che le abitano o le attraversano. Studio il loro passo quando camminano perché dice molto del ritmo della città, leggo nei loro sorrisi o nei loro mugugni la gioia o il dolore che la città trasmette, ammiro i loro indumenti più ricorrenti (sono un sensore fedelissimo dello stile della città) e cerco sempre di leggere cosa scrivono e disegnano o di capire cosa leggono.
Spesso le fotografo e altrettanto spesso mi scoprono a osservarle o a immortalarle. Con il tempo ho imparato a rivolgere un sorriso disarmante che mi evita guai, talvolta facciamo amicizia.”
Maurizio Carta in “Romanzo urbanistico: storie dalle città del mondo”