"Ingegnere per vocazione, fotografo per passione"
 

I bigliardini della solitudine

Nel 1975 Italo Calvino, durante un viaggio in Giappone, descrisse una situazione che fa sembrare quel viaggio nello spazio (dall’Italia al Giappone) un viaggio nel tempo (dal 1975 al 2015).

“Da noi [in Italia] i flippers dei bar e anche quelli delle sale apposite sono quasi sempre circondati da capannelli di giovani, terreno di sfide e scommesse e sfottiture reciproche.

Qui [in Giappone] l’impressione è d’una affollata solitudine, nessuno sembra conoscere nessuno, ognuno è intento al suo gioco, guarda fisso nel suo saettante labirinto e ignora il vicino di destra come quello di sinistra, ognuno è come murato in una sua cella invisibile, isolato in una sua ossessione o condanna.”

Italo Calvino in “Collezione di sabbia”

La spada e le foglie

“L’allievo d’un grande fabbro di spade pretendeva d’aver superato il maestro.

Per provare quanto le sue lame erano affilate, immerse una spada in un ruscello. Le foglie morte portate dalla corrente passando sul filo della spada venivano tagliate in due di netto.

Il maestro immerse nel ruscello una spada forgiata da lui. Le foglie correvano via evitando la lama.”

Apologo Zen ripreso da Italo Calvino in “Collezione di sabbia”

Il tempio di legno

“… l’antichità in Giappone non ha la sua sostanza ideale nella pietra come in Occidente, dove un oggetto o un edificio solo se si conserva materialmente viene considerato antico.

Qui siamo nell’universo del legno: l’antico è ciò che perpetua il suo disegno attraverso il continuo distruggersi e rinnovarsi degli elementi perituri. Questo vale per i giardini come per i templi e i palazzi e le ville e i padiglioni, tutti in legno, tutti molte volte divorati dalle fiamme degli incendi, molte volte ammuffiti e imputriditi o mandati in polvere dai tarli, ma ricomposti ogni volta pezzo per pezzo: i tetti di strati di scorza di cipresso pressata che vengono rifatti ogni sessant’anni, i tronchi dei pilastri e delle travature, le pareti di tavole, i soffitti di bambù, i pavimenti ricoperti di stuoie …”

Da “Il tempio di legno” in “Collezione di sabbia” di Italo Calvino

“essere nel giusto è troppo poco”

«Chi agisce bene nella storia, – provò a concludere, – anche se il mondo è il “Cottolengo”, è nel giusto.» E aggiunse in fretta: «Certo, essere nel giusto è troppo poco».

Amerigo in “La giornata di uno scrutatore” di Italo Calvino

Il rovescio del sublime

“C’è una cosa che mi sembra di cominciare a capire, qui a Kyoto: attraverso i giardini, più che attraverso i templi e i palazzi. La costruzione d’una natura padroneggiabile dalla mente perché la mente possa ricevere a sua volta ritmo e proporzione dalla natura: così potrebbe definirsi l’intento che ha portato a comporre questi giardini.
Tutto qui deve sembrare spontaneo e per questo tutto è calcolato: i rapporti tra i colori delle foglie nelle varie stagioni, tra le masse di vegetazione secondo il loro diverso tempo di crescita, le irregolarità armoniose, i sentieri che salgono e scendono, gli specchi d’acqua, i ponti.
(…)
Ogni aspetto del giardino è inteso a provocare ammirazione, ma con i mezzi più semplici: tutte piante familari, nessuna ricerca d’effetti sensazionali. Quasi assenti i fiori; qualche camelia bianca e rossa; è autunno, e i colori sono le foglie a darli; ma sono assenti anche le piante da fiore; a primavera saranno gli alberi da frutto a fiorite.”

Italo Calvino in “Collezione di sabbia”
“Collezione di sabbia” nell’edizione con, in copertina, le immagini di Luigi Ghirri

Col libro capovolto

“Prendi la posizione piú comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giú, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce.
(…)
Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare lí con le scarpe in una mano e il libro nell’altra.”

Italo Calvino in “Se una notte d’estate un viaggiatore”
La copertina della prima edizione di “Se una notte d’estate un viaggiatore”